L’arte di Bund tra innovazione e beneficenza "Disegno dall’infanzia, con Trudi la svolta"

Il 36enne si è fatto conoscere per il suo stile ’cartoon’: "Ho rivoluzionato i peluche tradizionali, ora sneakers con il mio marchio"

L’arte di Bund tra innovazione e beneficenza

L’arte di Bund tra innovazione e beneficenza

di Maria Silvia Cabri

Con lui è nato un neologismo: ‘bundizzare’, perché tutto ciò che passa sotto le sue mani, da un peluche a una maglietta, dalla copertina di un disco fino ad un quadro, e alle sneakers, si trasforma e assume quelle peculiari caratteristiche che lo contraddistinguono. Lui è Daniel Bund, nome d’arte di Daniele Corrone, il 36enne poliedrico artista carpigiano che in pochi anni si è fatto conoscere e apprezzare dal pubblico italiano e non solo per il suo stile unico, ironico e prettamente cartoon che non passa inosservato, permettendogli di distinguersi in ogni sua opera. Come è nata la ‘Bund mania’? "La mia ‘fortuna’ è quella di avere uno stile immediatamente riconoscibile. Un tratto ‘cartoon’ (occhi grossi, facce un po’ disfatte, colori forti) che è poi il richiamo alla mia indole, mi caratterizza. Anzi, c’è anche chi mi dice che assomiglio ai soggetti che disegno (ride, ndr)!

Spaziando in vari settori come l’arte e il design, passando al mondo dell’infanzia, sto facendo conoscere il mio operato a un pubblico sempre più vasto".

Perché ha scelto il nome ‘Bund’?

"Nasce per gioco tanti anni fa: da ragazzino ripetevo ai miei amici che sarei diventato un grande artista. Chiaramente allora ci sembrava un’utopia e così il nome Bund deriva dalla storpiatura di ‘bon da gninta’, che nel nostro dialetto significa ‘un buono da niente’".

Quando inizia il suo percorso artistico?

"Ho sempre disegnato: da bambino al posto di macchinine e soldatini preferivo pennarelli e album da colorare. Ho la passione per i cartoni animati e gli animali e amavo passare i pomeriggi disegnandoli. Nel periodo dell’Università ho vissuto a Bologna e si è aperto un intero mondo, conoscendo artisti fantastici. Per ‘monetizzare’ mi sono avvicinato al mondo del tatuaggio.

Nel 2007 ho esordito con una mostra personale per la galleria CaseAperte dal titolo ‘La mente può’. Nel post sisma l’associazione TeniaMOBOtta mi ha affidato la realizzazione di un album da colorare a scopo benefico; poi ho collaborato con il brand Oxs, designando scarpe, e con la designer Agatha Menegaz, realizzando cover per smartphone".

Nel 2016 la vera ‘svolta’…

"Sì, una svolta che mi ha travolto come un uragano. Massimiliano Zegna Baruffa, all’epoca boss della Trudi, mi ha scelto per disegnare una linea di peluche dandomi la possibilità (primo artista a farlo) di mettere la mia firma sulla leggendaria targhetta rossa. Una rivisitazione in versione rock o… ‘bundizzata’ appunto, di alcuni personaggi icona delle tradizionali collezioni. Uno snodo cruciale della mia carriera, mi ha aperto tantissime porte e non smetterò mai di ringraziarli".

Dai peluche ai mostri sacri della musica rock…

"Dopo Trudi ho fatto esperienza con un grande brand della moda. Con QB24 (gruppo Teddy) ho, infatti, realizzato una capsule di t-shirt dedicate ai ‘Mostri della Musica’, e ho bundizzato David Bowie, Mick Jagger, i Beatles e Freddie Mercury. Un vero successo, amplificato anche dal fatto che il cantante Tormento ha indossato la maglietta di Mick Jagger nel video con J-AX, ‘Acqua su Marte’. Adesso produco oggetti a marchio BUND: sono usciti sul mercato tre modelli di sneakers e ho realizzato un altro mio piccolo sogno".

Poi tanti altri progetti: come fa a ricordarli tutti?

"Dopo le T-shirt ho fatto collaborazioni di varia natura. I progetti benefici a favore della Biblioteca del Gufo, la shopping bag per il comune di Carpi, le custodie per occhiali OPPOSIT, le figurine bundizzate per il Carpi calcio (squadra che tifo), ho disegnato su due forme di Grana Padano ed infine la commissione californiana per realizzare il ‘Balboni Award 2022’. Dal punto di vista artistico sono cresciuto molto grazie all’aiuto del grande artista Andrea Saltini, che mi ha curato varie mostre. Ho sperimentato vari campi, la scultura e la xilografia, cercando di imparare il più possibile dagli amici artisti locali, come Massimo Lagrotteria e gli Insetti Xilografi".

C’è anche una collaborazione artistica con sua moglie Giulia Tosoni.

"Giulia è una cantante straordinaria ed è stato bello poter dare il mio apporto a un progetto così articolato e ben riuscito come il suo album ‘Believe’ di cui ho curato la parte grafica. Spesso le nostre carriere s’intrecciano e capita che i suoi live facciano parte delle mie mostre".

Anche il vostro matrimonio è stato… ‘bundizzato’?

"Il nostro matrimonio è stato un mix tra i nostri mondi, il tableau de marriage era una mia maxi opera, come anche i segna posto. I menù invece erano stampati su dei dischi vinili, come anche il guest book.

Hanno partecipato tutti i nostri amici più cari ed è stato celebrato dall’inedita coppia composta dal sindaco di Carpi Alberto Bellelli e l’artista Andrea Saltini".

Secondo lei qual è il suo punto di forza?

"Innanzitutto la perseveranza e la testardaggine, mentre a livello stilistico la mia fortuna è stata la riconoscibilità delle opere".

Ci ha abituati a continue sorprese: una piccola anticipazione sui prossimi progetti?

"Il 2023 penso potrà essere un anno importantissimo su vari fronti. Ho disegnato nuovi pupazzi e due mesi fa è nato un piccolo alpaca che si chiama come me: la sua nascita annuncia la mia imminente collaborazione con I Piani degli Alpaca, il più grande parco alpaca di Italia".