La storia del Liga raccontata in bianco e nero

Le memorie di Jarno Iotti, fotografo e storico collaboratore di Luciano: "Il ricordo più bello? Il tour mondiale del 2014, un’avventura incredibile"

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di Gloria Annovi

A volte il compito della musica pare essere quello di cambiare il destino delle persone. Così è stato per Jarno Iotti, fotografo professionista e storico collaboratore di Luciano Ligabue, che da oltre 20 anni segue il rocker "su e giù da un palco", parafrasando un celebre singolo del Liga. Jarno, correggese classe ’73, inizia questa avventura grazie ad un fortuito incontro con Marco Ligabue, che nel 1999 era in cerca di qualcuno che lo affiancasse nella gestione del Fans Club Bar Mario. Un’occasione di lavoro che lo porterà ad essere catapultato dalla posizione di "classico fan" a quella di collaboratore ufficiale di Luciano Ligabue, con il quale, nel tempo, ha saputo instaurare uno stretto legame di stima e fiducia reciproca, che gli hanno permesso di affiancare l’entourage del Liga in esperienze lavorative indimenticabili, come quella del tour mondiale del 2014. Lo incontriamo nel pieno delle prove di Campovolo, per carpire il segreto di questa sua lunga collaborazione con il rocker di Correggio.

Sei il primo a cui si può chiedere: come si sta da spettatore a Campovolo?

"L’Arena è incredibile e la pendenza del palco (un 5%) offre una visuale ottimale da qualsiasi punto E lo stesso vale per chi sta sul palco. Sembra di stare in una sorta di gigantesca Arena di Verona".

Verso la RCF Arena ci sono grandi aspettative…

"Credo che ci siano tutti i presupposti affinchè questo spazio possa diventare un punto nevralgico per la musica live in Italia. Ma teniamo le dita incrociate fino a stasera, fiduciosi che tutto possa andare per il meglio".

C’è un ricordo di questi 22 anni al fianco del Liga, che ti va di condividere?

"San Francisco, 2007, il mio primo viaggio in America in occasione delle registrazioni di "Buonanotte all’Italia" e "Niente Paura". Fu una bella avventura, considerando che partii da solo, con il mio vocabolario in tasca-ride- perché sapevo tradurre in inglese poco più di un timido "come stai?". Il reportage del backstage fu eccitante, il primo lavoro in uno studio all’estero". Un pezzetto d’America lo avete portato anche nella cascina-studio de La Luisiana: che posto è?

"Una location speciale, voluta da Luciano Luisi (già produttore del Liga e nell’organico della band dal 2008), dove nel mezzo della campagna correggese puoi dedicarti alla musica senza distrazioni".

Un po’ come avvenne allo Studio Esagono di Rubiera ai tempi delle registrazioni di "Buon Compleanno Elvis"...

"Anche Luciano ha detto che hanno qualcosa di simile. Sicuramente una luce speciale".

Qual’è la dimensione che preferisci per i reportage degli eventi live?

"Mi piacciono i locali piccoli, che trasudano di storia. Come il mitico Whisky a Go Go di Los Angeles, dove hanno suonato leggendarie formazioni e dove i The Doors, negli anni Sessanta, erano di casa. Grazie al tour mondiale (Mondovisione Tour, 2014,2015) di Luciano ho potuto vivere spazi come questo da una prospettiva privilegiata. Quella è stata un’esperienza indimenticabile, che ci ha portato a viaggiare anche in Canada, Brasile, Argentina...".

Che invidia! Tornando ai stuoi scatti abbiamo notato che ultimamente predilige il bianco e nero.

"In verità l’ho sempre usato, ma lo trovo perfetto per raccontare il backstage di un evento come questo, ad enfatizzare il trascorrere del tempo in questi 30anni di carriera di Luciano".

C’è una foto alla quale èi più affezionato?

"Ce ne sono diverse,compresa una -in bianco e nero- realizzata durante il tour 2019 negli stadi, che ho scoperto essere anche tra le preferite di Luciano. Un giorno vedo che c’è questa foto, incorniciata e appoggiata alla sua scrivania. Luciano si avvicina e mi dice "hai visto questa foto? Me l’hanno spedita i miei fans e trovo sia una delle più belle -se non la mia preferita- di questi 30anni di carriera live!". L’ho guardato e mi sono messo a ridere, dopo avergli confidato che quello scatto era mio".