Acqua, gli sprechi della rete di distribuzione

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 5 luglio 2022 - Fiumi in secca, bacini vuoti, ghiacciai scomparsi, tutto vero. Ma cosa hanno fatto in questi anni le aziende fornitrici dell'acqua, per risolvere il problema della dispersione? Il 43% dell'acqua che utilizziamo per uso comune, si perde nel terreno prima di arrivare ai nostri rubinetti. Perché nessuno ha mai pensato che ogni costruzione nuova doveva essere munita di bacini propri per la raccolta di acqua piovana da destinarsi a vari usi domestici dove non è necessario acqua potabile? Cesare Righi

 

Risponde Beppe Boni

Tutti noi dobbiamo abituarci a sprecare meno acqua, a utilizzare questo bene comune sapendo che rischia di essere sempre meno disponibile. La prima regola è il buonsenso personale poi probabilmente dovremo fare i conti sempre più spesso anche con limitazioni imposte dall'ente pubblico. Il clima sempre più caldo distrugge i ghiacciai provocando disastri come quello di domenica sulla Marmolada e nello stesso tempo diminuisce le precipitazioni di pioggia e neve mettendo in crisi l'agricoltura. Ma un tema su cui bisogna intervenire subito è anche lo spreco di acqua addebitato alla rete idrica. Non è una novità ma fino ad oggi si sono visti rari interventi strutturali. Nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile dei comuni capoluogo di provincia e di città metropolitana, dove arriva circa il 33% dell’acqua  movimentata in Italia, nel 2020 a fronte dei 2,4 miliardi di metri cubi di acqua (370 litri per abitante al giorno) ne sono stati erogati agli utenti finali soltanto 1,5 miliardi di metri cubi (236). La perdita totale, tra falle, condutture obsolete e inadeguate, in distribuzione è di 0,9 miliardi di metri cubi, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete (erano del 37,3% nel 2018). Questi sono dai diffusi dall'Istat e come si vede tracciano una situazione allarmante sulla quale è ora di intervenire. La maglia nera dello spreco va a Palermo, seguita da Messina e Cagliari. In molte zone del Sud lo scenario è disastroso ma anche al Nord nonostante numeri inferiori ci sono molte realtà da cartellino rosso.

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