Assembramenti in piazza, vale l'impunità

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 28 maggio 2021 - Secondo Seneca "il timoniere si conosce nella tempesta". Nella tempesta vivono e hanno vissuto a lungo gli abitanti del circondario di Piazza Verdi a Bologna. Un sentimento straordinariamente forte e poderoso come la catena di un'ancora che ti stringe intorno al cuore. Una piazza oltraggiata, calpestata, maleducatamente da individui che durante il giorno vestono la giacca del perbenismo studiando, ma alla notte come fosse la città dei balocchi si trasforma in un circo di invasori maleducati, sentendosi liberi di assediare e devastare e distruggere e disturbare la quiete pubblica. Per quale scopo non si riesce neanche politicamente a far risolvere questo problema grave? Perché niente è impossibile.

Maria Grazia Conti,  San Lazzaro (Bologna)

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Le notti agitate di Piazza Verdi a Bologna sono un problema che la città si trascina da vent’anni e che ora nell’era dell’emergenza sanitaria si è accentuato con energia. Negativa. Le istituzioni, col Comune in prima fila, fanno tavoli e confronti che non risolvono il problema né sembrano attenuarlo. Anzi. Lo scorso fine settimana c’erano un migliaio di ragazzi a far baldoria, la maggior parte senza mascherina, molti alticci, con corredo di bonghi e strumenti musicali. Una maxi discoteca a cielo aperto (mentre quelle vere sono chiuse), in barba alle norme anti Covid e coprifuoco. Il Comune sforna ordinanze senza poi preoccuparsi della loro applicazione pratica e quindi molte fanno flop. Carabinieri e polizia temporeggiano aspettando scelte politiche che il Comune stenta a far decollare, la prefettura cerca di mettere ordine fra le varie competenze. Il risultato finale è che la variopinta tribù metropolitana di Piazza Verdi si sente impunita e sempre pronta alla sfida. Tanto non succede nulla. Capite allora che il cittadino che si vede applicate multe e divieti ha percezione che esistano pesi e misure diverse. L’assessore Matteo Lepore, candidato alle primarie scopre ora, dopo anni di governo della città, che l’occupazione di una zona del centro da parte di questi turbolenti simpaticoni è un nodo serio. Dice che bisogna risolvere la situazione con cultura e bellezza. Viene il dubbio che sia una formula insufficiente.

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