I bambini e le insidie dei social network

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 24 gennaio 2021 - Seguo con interesse la tragedia di molti adolescenti, a volte addirittura bambini letteralmente intossicati dalla dipendenza dei Social Network. Ma  pochi hanno ancora puntato il dito sui genitori, perché il pargolo dal primo secondo di vita sarà bersaglio dì selfie scattati da padri, fratelli, cugini, zii e nonni. Ma poi ne seguiranno altri centinaia, migliaia per ogni eventuale exploit dell'infante il quale crescerà con la mamma che invece di parlargli spingendo la carrozzina sarà intenta a messaggiare ad ogni passo. Lo stesso dicasi durante l'allattamento e più avanti al ristorante. E il cucciolo d'uomo? Nell'apprendimento non è affatto differente al regno animale: impara dai genitori. Ora io la vedo già grandina questa generazione: camminano   concentrati sullo schermo incuranti di tutto e di tutti, persino di ogni mezzo stradale che sfiorandoli rischiando d'investirli ogni giorno. Lo smartphone è ormai il loro mondo: a casa, a scuola, a tavola e in bagno. Si, è il loro mondo perché lo è anche per i loro genitori. Sandro Solustri

Risponde il condirettore del Resto del Carlino Beppe Boni

Facciamo una premessa necessaria. La tecnologia non si può fermare, sta  migliorando la nostra vita in ogni aspetto, Nello stesso tempo può anche essere costellata di insidie e di trappole. Soprattutto per i giovanissimi, ma anche per gli adulti. Dunque la tecnologia, che nella quotidianità è fatta soprattutto di smartphone va guidata, ragionata, utilizzata secondo giusti criteri e con responsabilità. I giovanissimi non sempre hanno la capacità di individuare i buchi neri e allora, come la bambina di Palermo finita strangolata per emulare un gioco visto su un social network, arriva la tragedia. E' facile inciampare nella curiosità irresponsabile. I genitori, dunque, devono sapere vigilare, controllare in modo particolare i bambini per i quali uno smarthphone è come un bolide affidato a un neo patentato. I ragazzi vanno seguiti e avvertiti dei pericoli, ma soprattutto il telefono non va lasciato in libertà nelle mani di bambini di 10, 12 anni. C'è tempo per farlo. beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net