Cambi di casacca, la giostra in Parlamento

La lettera: risponde Beppe Boni

Bologna, 28 giugno 2022 - Sono un italiano confuso perchè i nostri politici cambiano continuamente partito, cercando di trovare un sicuro rifugio pur di conservare la poltrona. Quando e se riusciremo ad andare alle votazioni non sapremo più chi votare perchè talvolta elementi eventualmente non graditi, si sono lestamente intrufolati in nuovi gruppi. Un balletto indegno di una società seria che, quindi, seria non è: chi è stato eletto e decide di cambiare dovrebbe dare le dimissioni e ricandidarsi.

Luigi Bignami

 

Risponde Beppe Boni

I partiti monolitici appartengono ad un'epoca geologica. La Democrazia cristiana e il Partito comunista difficilmente dovevano far fronte a frequenti cambi di casacca come avviene oggi in Parlamento. I partiti della seconda Repubblica sono elementi fluidi, cambiano, ondeggiano crescono a poi alcuni spariscono. Basta osservare cosa sta succedendo con il Movimento Cinquestelle che dopo qualche anno di crescita ora sta scomparendo, è spaccato in due non sa più se è di lotta o di governo o di di entrambe le cose. In questa legislatura, fino a marzo 2022, ben 214 parlamentari hanno cambiato casacca: 143 deputati e 71 senatori. Molti però non hanno fatto un solo cambio, ma sono saltati da un gruppo all'altro: sono stati 304 in tutto i passaggi dall’inizio della XVIII legislatura, con una media di circa sei al mese. Secondo Openparlamento non si tratta del record assoluto anche se i numeri sono alti. Nel corso della precedente legislatura (2013-2018) furono 569 i cambi di gruppo e 348 i parlamentari coinvolti. Succede che deputati e senatori una volta eletti aderiscono a un gruppo perchè sono liberi di scegliere in assenza di vincoli di mandato. Nel corso della legislatura possono cambiare gruppo anche più volte, il regolamento lo permette. E c'è anche un recordman: il senatore Giovanni Marilotti ha cambiato cinque casacche. Nel M5S prima, poi Gruppo misto, a seguire Gruppo per le autonomie (Svp-Patt, Uv), Gruppo Europeisti-Maie-Centro Democratico e poi di nuovo nel Gruppo misto. Da più di un anno è nel Pd. Il bello è che alcuni gruppi sono totalmente sconosciuti agli elettori.

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