Centomila carabinieri a testa alta

La lettera Risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 27 luglio 2020 - Come da copione ormai usurato ora spuntano i pentiti, i non sapevo, facevo quello che mi veniva comandato. Oppure la colpa del gruppo di carabinieri delinquenti cadrà sull'unico incontestabile, il cattivo di turno, mentre i dirigenti si stanno defilando nascondendosi nei " non so " pur essendo la pratica valida da anni. Prassi consolidata da numerose precedenti inchieste finite spesso in gloria o nel silenzio tombale. È vero che non mancano esempi di atti di eroismo da parte dei carabinieri che però non sono gli unici poiché nella vita capita anche ad altri di essere coinvolti in fatti che provocano atti di eroismo spontanei anche da parte di normali cittadini. Questo fatto di cronaca però lede particolarmente l'immagine poiché durava da anni all'insaputa  di chi dirigeva e non solo, ma con riconoscimenti ufficiali di meriti.Un altro esempio di degrado della nostra società che si aggiunge alla lunga serie che non accenna a diminuire. Umberto Antolini

risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni  E' comprensibile l'amarezza dei cittadini nel vedere che anche l'Arma dei carabinieri a volte scivola su brutti episodi. A Piacenza una banda di delinquenti in divisa ne ha combinate di tutti i colori fra spaccio di droga, ricatti, torture, pestaggi. Il modo migliore per non macchiare la fiducia dei cittadini è condannare in fretta e senza sconti chi ha commesso questi reati e presentare il conto anche alle gerarchie militari territoriali di Piacenza che non si sono accorte di una situazione fuori controllo o hanno fatto finta di non vedere. Questo per consentire agli altri centomila carabinieri che ogni giorno sono al lavoro, per molti anche a rischio della vita, di continuare ad avanzare a testa alta. beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net