Prudenza nelle inchieste della magistratura

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 8 giugno 2020 - Ci vuole molta cautela (e nessuna esultanza) nel valutare le parole del pm di Bergamo sulle responsabilità della mancata creazione della zona rossa. Innanzi tutto è solo una dichiarazione e non un atto e altri elementi verranno raccolti prima del giudizio definitivo. Poi bisogna ricordarsi di come certi politici siano abili nell’intrufolarsi nei meandri della magistratura (Palamara docet) e che la procura di Milano sta ancora indagando anche lei e non è azzardato immaginare che, ove si metta male per i soliti noti, possa avocare anche i procedimenti in corso in provincia. Enrico Venturoli, Roma

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Qualche inchiesta qua e là e in giro per l'Italia è gia aperta. Per carità, il lavoro dei magistrati va rispettato e si presume che ci sia buona fede. Nella baraonda dei momenti più terribili dell'emergenza molti errori sono stati commessi dalla politica, dalla pubblica amministrazione e dalla rete sanitaria. Attenzione quindi ad aprire fascicoli e inchieste dinanzi ad uno tsunami del genere. Non siamo di fronte a colpe mediche singole ma ad una situazione generalizzata eccezionale e imprevista dove possono esserci state mancanze, ma in relazione al frangente fuori dal comune e sulla base di un sistema che nei primi momenti è andato in tilt. Non serve una amnistia preventiva generale, ma nemmeno una caccia all'uomo a tutti i costi. Servono attenzione e prudenza caso per caso.

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