L'inquinamento, il virus e la tangenziale

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 9 maggio 2020 - Si sente spesso affermare che l'esperienza relativa a questa emergenza sarà foriera di adeguate riflessioni da parte di chi riveste il ruolo di amministratore della cosa pubblica. Ma leggere sui quotidiani le interviste delle assessore regionali e comunali all'ambiente dove si sostiene che non si sa ancora se c'è realmente correlazione tra la diffusione del covid-19 e l'inquinamento lascia realmente perplessi. In un autorevole studio effettuato da Sima ricercatori delle Università di Bari, Bologna, Trieste e Napoli danno per certo che l'inquinamento sia indicatore precoce per il covid-19. E' ora che la politica ascolti la scienza e cambi pensiero in merito ai futuri investimenti che, di certo, non potranno coincidere con l'allargamento di una infrastruttura all'interno di Bologna che dovrebbe diventare un mostro di asfalto di 16/18 corsie. Lorella Lucchi

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

L'inquinamento come vettore del maledetto virus e  l'assurdo allargamento della tangenziale a Bologna sono due cose diverse. Andiamo con ordine. Non c'è certezza scientifica codificata dalla comunità internazionale sul fatto che l'inquinamento agevoli la diffusione del contagio. Qualche staff di scienziati lo ha ipotizzato, altri lo hanno escluso. Altro fronte, l'allargamento della tangenziale a Bologna. Il progetto più sensato era allargare a sud l'autostrada e lasciare le quattro corsia centrali alla tangenziale. Il Pd ha bloccato tutto e dopo anni di discussioni, dietro front e ripensamenti con incursioni dei 5Stelle si allargherà l'attuale tracciato e solo in parte. Così non sarà risolto il nodo del traffico e aumenterà l'inquinamento. Un errore storico.  Amen. beppe.boni@ilcarlino.net

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