Difendere un albero è difendere la nostra vita

La lettera. Risponde Beppe Boni, condirettore de 'il Resto del Carlino'

Bologna, 19 gennaio 2021 - In tutte le vere o pseudo calamità che ultimamente succedono sul nostro territorio alluvioni, siccità, cimice cinese ecc… gli agricoltori sono sempre a batter cassa per indennizzi risarcimento danni, come se per loro il solo diritto di esistere debba essere un previlegio dell’umanità. Vorrei ricordare loro che oltre ad essere imprenditori, con i conseguenti rischi d’impresa, dovrebbero tutelare anche l’ambiente delle loro aziende, dove in modo sistematico e preciso in molti casi hanno disboscato tutte le essenze vegetali sia nei confini che nei fossi e scoline di proprietà, pur sapendo che sono importanti ricoveri per animali selvatici,che senza quelli morirà la biodiversità e anche la nostra terra….Senza contare la continua e micidiale distribuzione di trattamenti antiparassitari a volte incontrollate. Io credo che bisogna creare un merito per gli agricoltori capaci di guardare al futuro e penalizzare le vecchie mentalità superate.

Mauro Meschiari, perito agrario

Risponde Beppe Boni, condirettore de 'il Resto del Carlino​' Le valutazioni del lettore verso gli agricoltori sono forse ingenerose, anche se c'è del vero. L'agricoltura è particolarmente esposta alle calamità naturali, ma anche a fenomeni metereologici come gelate in primavera che distruggono le gemme o grandinate sui frutti capaci di devastare intere coltivazioni. Se non ci fossero paracadute di vario genere l'agricoltura rischierebbe in modo eccessivo. E questo è un dato di cui volenti o nolenti bisogna tenere conto e lo si fa in quasi tutto il mondo. Poi ci sono i casi singoli e se qualcuno bara al gioco ne deve pagare le conseguenze. Sulla cura dell'ambiente invece bisogna fare di più e meglio. E' vero che nelle campagne si vedono troppo spesso scoline distrutte per guadagnare un metro di terreno, fossi abbandonati, disboscamenti di filari utili all'ambiente. Per non parlare degli enti pubblici che non mettono il caso fuori dai centri urbani e lasciano perlopiù al loro destino canali, fossati, strade secondarie. E pensare che dovrebbero dare il buon esempio. Esistono però anche fondi europei che finanziano il ripristino ambientale e molti agricoltori ne fanno uso lungimirante. Ecco un buon argomento che bisognerebbe insegnare a scuola dentro il contenitore dell'educazione civica.