La speranza della fede

La Voce dei Lettori

Sono passati pochi mesi da quando sui balconi o appesi alle finestre campeggiava l’arcobaleno ad abbracciare la scritta “Andrà tutto bene”. Un messaggio che aveva come obiettivo quello di lasciare aperte le porte alla speranza in un periodo dove a trionfare erano la morte e la paura. Tutti chiusi in casa. La speranza era che il tutto finisse quanto prima e con meno danni possibili. Sono passati solo pochi mesi. Dai balconi e dalle finestre l’arcobaleno è praticamente sparito. Il virus invece, mai sparito, sembra tornato più forte di prima. E’ sparito l’arcobaleno. E’ forse svanita la speranza? Più che la speranza sembra svanita la base su cui la speranza si fondava: un virus meno aggressivo che consentisse una vita con meno restrizioni. Ma senza speranza l’umanità non vive. Crollata la prima, ecco allora la seconda speranza: l’arrivo di un vaccino che sia antidoto al virus.  Ma sconfitto il Covid-19 difficilmente il vaccino curerà le ferite del cuore. Le paure e le ansie che il virus ha generato in noi. E lo sanno bene coloro che al virus hanno pagato un alto prezzo con la morte dei loro cari; trovandosi poi a volte loro stessi, infettati dal virus. Emerge allora la necessità di un'altra speranza. Ma questa volta alla speranza vogliamo chiedere qualcosa in più: che non ci deluda. Che dia senso alla vita pur tra tante tribolazioni e dolori. Forse sarà solo coincidenza. Ma sono colpito dal fatto che il precedente periodo corrispondeva praticamente con l’inizio della Quaresima. Ora, alle soglie dell’Avvento, sembrano riproporsi la medesime condizioni. Per il cristiano, Quaresima e Avvento significano tempi liturgici che invitano alla conversione. A volgere il cuore verso Dio. Sarà solo coincidenza ma sorge in me spontanea la domanda: Senza fede si può essere speranzosi? Posso rispondere di sì. Posso per esempio sperare che in una situazione come quella attuale, non mi capiti nulla di grave; che la malattia non colpisca me e i miei cari. Che tutto finisca il prima possibile. Soprattutto sperare che nulla del necessario venga a mancare alla mia famiglia. Cose umane che tutti ci auguriamo. E se questo non accade? Che ne è della mia speranza se non ho fede?  Ecco allora l’opportunità che questo tempo di Avvento ci offre. Lasciamo ai medici e agli scienziati il compito di curare il corpo e trovare il vaccino idoneo a sconfiggere il virus. Noi, come pellegrini, incamminiamoci verso Betlemme lasciando che lungo il cammino, Dio, padre del bambino Gesù che ci apprestiamo ad accogliere, guarisca il nostro cuore.

Pierangelo Roncalli, diacono