Fedez, uno show in fuorigioco

La lettera. Risponde il condiretore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 4 maggio 2021 - Vorrei proporre una riflessione sulla vicenda Fedez, il rapper che ha accusato la Rai di tentata censura per le frasi pronunciate sul palco del concertone del Primo maggio. Personalmente non sono un seguace della Lega di Salvini, ma credo che non sia giusto usare un palco di tutti e un servizio pubblico per attaccare una parte politica, in nome della liberta’ e dell’essere artisti liberi.

Silvio Albertazzi Risponde il condiretore del Resto del Carlino, Beppe Boni A Fedez bisogna riconoscere almeno un merito: é un bravo artista e sa cogliere la palla al balzo per farsi notare e finire sui media. D’altra parte è un re dei social. Per il resto ha scelto il palco sbagliato (pagato da tutti i contribuenti italiani) per dire cose che sono di parte, e quindi non da tutti condivisibili, e senza un minimo di contraddittorio. Punto numero uno: non c’è stata alcuna censura. Semplicemente un dirigente Rai a cui toccano le grane se nascono durante una trasmissione ha consigliato (e non lo ha imposto) a Fedez di usare altri toni perchè sconvenienti e fuori dalla consuetudine di un programma televisivo pubblico. Punto numero due: Fedez, che è riuscito a farsi passare per una vittima ha fatto ciò che voleva fare e che nessuno gli ha impedito. Ha fatto un comizio di parte difendendo il Ddl Zan sull’omofobia e ha attaccato la Lega, al limite degli insulti, facendo anche nomi e cognomi. Vi risulta un altro recente episodio del genere? No. Insomma Fedez la pensa così: sono un artista e dico ciò che mi pare. In un programma pagato, ripetiamo, dal servizio pubblico servirebbe più equilibrio soprattutto se, oltre a diffondere le proprie idee, si attaccano senza possibilità di replica enti e persone. Detto questo con tutti i problemi che abbiamo, scordiamoci in fretta lo show politico del rapper e guardiamo avanti. Verso temi più concreti.  

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