Responsabilità di giovani e anziani

La Voce dei Lettori

Ci hanno fregato i ragazzi. E’ il titolo del commento di Beppe Boni nell’articolo “Voglia di libertà, senza equilibrio non si può “(pag. 7 QN 22/05/2020). L’affermazione è incontestabile. Sotto gli occhi di tutti sono le esplosioni di gioia (autentica?) che hanno accompagnato i riti effimeri consumati un po' lungo tutta la penisola al termine del lockdown. Più difficile è invece condividere la sorta di stupore riferita alla aspettativa – risultata smentita – “Pensavamo che il pericolo fossero gli anziani... i nonni difficili da gestire, spesso caparbie e insensibili alle regole come i bambini …”.

La trasgressione è insita proprio nell’età giovanile; naturalmente non riguarda tutti i giovani, ma la maggior parte. Gli anziani possono vantare esperienze di vita che li rendono più inclini al rispetto delle regole imposte; la paura del peggio accomuna gli anziani ai bambini che si affacciano alla vita. Entrambi temono il futuro.

Sono, invece, proprio quei giovani fautori del tutto e subito, insensibili ai divieti imposti da regole talvolta rigide, cultori dei riti vuoti e privi di valori il vero pericolo diretto ed attuale. Gli anziani, però, non sono immuni da responsabilità, spesso avendo fallito nel compito educativo con la loro brillante assenza, che ha favorito il permissivismo diffuso

Sicché, se è vero che le esuberanze giovanili, se regolate, possono evidenziare gli aspetti positivi della frequentazione come reazioni alle recenti limitazioni della libertà, costituendo quindi il lato migliore della medaglia, è vero anche che la responsabilità degli anziani ne costituisce il rovescio.

Andrea Borzatta, Bologna