Green pass, pendolari penalizzati

Lunedì 10 gennaio mio marito, grazie al DL del 29 dicembre scorso, non potrà raggiungere il posto di lavoro: pendolare, da oltre vent’anni si alza alle cinque del mattino per prendere il treno regionale ed arrivare dopo oltre un’ora di viaggio nella città dove lavora “per vivere”. Certo, potrà andarci in auto, guidando prima dell’alba su provinciali ghiacciate o avvolte dalle nebbie o sotto la pioggia, arrivare già affaticato al lavoro, svolgere compiutamente le competenti attività, affrontare al buio della sera la strada di ritorno a casa con addosso la stanchezza di una giornata lavorativa. Ma non possiede un auto! Lui è “green” da decenni, utilizza biciclette e treni, ma non è “green inforzato”! Cosa farà mio marito lunedì 10 gennaio? Prenderà ugualmente il treno per poter lavorare rischiando di dover scendere a mezza via o di pagare centinaia di euro di multa (circa un terzo dello stipendio!) nonostante il suo abbonamento annuale pagato anticipatamente, valido titolo di viaggio che da un giorno all’altro diventa insufficiente? Oppure resterà a casa “assente ingiustificato” senza retribuzione? Non lo sa ancora, anche perché prima di quella prossima data potrebbero essere decise dal Governo ulteriori misure ancora più restrittive! E’ impressionante ed allarmante il silenzio da parte dei Sindacati riguardo questa situazione, che penalizza certamente un numero di lavoratori pendolari non indifferente, fermo restando che il diritto al lavoro deve essere garantito. C’è solo da sperare in qualche ripensamento animato dal buon senso Non si tratta della socialità, certamente importante, ma del lavoro che è aspetto primario fondamentale per vivere. Una volontà rivolta in tutt’altra direzione rispetto a quella del Regno Unito dove le limitazioni alla libertà del popolo britannico - per parola del Ministro della Salute Sajid Javid - devono essere “l’ultima risorsa assoluta” con l’impegno del Governo a fare di tutto per evitarle, nella consapevolezza che dovremo rassegnarci all’idea di convivere anche nel 2022 con la pandemia in atto. Clara Coppini