La burocrazia incentiva la crisi energetica

La lettera Risponde Beppe Boni

Bologna, 22 settembre 2022 - La crisi energetica appesantisce le bollette del gas e dell’ elettricità. L’Europa  chiede di ridurre del 10% il consumo di elettricità. Ma bisognerebbe ridurre la burocrazia per l'allacciamento dei nuovi impianti di fotovoltaico. A dicembre ho montato sul tetto  un impianto: a oggi manca ancora  l’OK dell’Enel per il montaggio del contatore di misura quindi non ha prodotto un solo watt. L'installatore ha  avviato la pratica presso e-distribuzione, ma dice che il sistema è farraginoso, con menu a tappe successive che spesso si piantano. Mauro Maestri

risponde Beppe Boni La burocrazia canaglia è un tema che affiora periodicamente perché l'immobilismo delle pratiche che stazionano troppo tempo e sconsideratamente sulle scrivanie si scarica poi sulla pelle dei cittadini. In questo caso si cita l'Enel ma la responsabilità di tempi eterni non è probabilmente, o non del tutto, della società ma di chi ha elaborato in Italia regole farraginose, spesso inutilmente sovrapposte le une alle altre. Lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo: in tempi come questi in cui bisogna difendersi dalla crisi energetica servono norme più agili e veloci. In tempi di emergenza non si può ragionare con i criteri della normalità. E' già successo anche con la ricostruzione del sisma dove singoli privati si sono trovati a dover compilare e presentare carte e documenti per l'altezza di un metro. Basta osservare ciò che è successo col superbonus 110 casa. Il privato cittadino impazzisce fra perizie, asseverazioni, tecnici che si alternano nelle valutazioni poi ci sono truffe per miliardi che lo Stato ha smascherato in ritardo con la consapevolezza di non poter più recuperare il malloppo. I collaudi per l'installazione di caldaie e impianti fotovoltaici hanno tempi spesso  lunghi e imprevedibili. Chi stabilisce  la scansione dei meccanismi di controllo a volte sembra atterrato sulla terra da un altro pianeta.

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