Turismo, lo sci penalizzato

La lettera. Risponde il condirettore del Resto del Carlino Beppe Boni

Bologna, 24 dicembre 2020 - Ho visto dalla tv e dai siti web che i maestri di sci hanno protestato dinanzi alla Regione Emilia Romagna perchè gli impianti di risalita sono fermi. I locali sono chiusi, durante le festività sono limitati gli spostamenti e quindi anche a questa categoria, purtroppo, tocca sottoporsi a sacrifici. Con l'aria che tira non si può far altro, anche se è comprensibile che chi non lavora prova amarezza e disagio. Riccardo Mandelli, Ravenna

Risponde il condirettore del Resto del Carlino Beppe Boni

I maestri di sci hanno portato in piazza le loro istanze come tanti altri. Lo hanno fatto i ristoratori, gli insegnanti, i baristi, i commercianti. L'aspetto che ha provocato maggiore amarezza nei professionisti della neve è stato soprattutto ciò che è accaduto fino ad oggi. Gli impianti sono stati fermati da tempo (ben prima di Natale)  temendo assembramenti eccessivi sia in attesa delle risalite sia nei dintorni degli impianti, ma i locali e i rifugi sulle piste, pur con limitazioni di accoglienza, sono rimasti aperti. Risultato: nei fine settimana in montagna si sono riversate migliaia di persone per passeggiare sulla neve, fare escursioni con le ciaspole, avventurarsi nello sci alpinismo. I rifugi hanno fatto affari d'oro e gli unici che ci hanno rimesso le penne sono stati gli impianti di risalita che avrebbero potuto garantire sicurezza e distanza e i maestri di sci che certo quando lavorano non hanno contatti ravvicinati con gli allievi. La Regione Emilia Romagna dopo la manifestazione di ieri ha destinato un ristoro di 1 milione di euro alle scuole di sci. Meglio che niente in attesa di una buona nevicata e della riapertura degli impianti di risalita. Speriamo che Babbo Natale si metta una mano sul cuore.  

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