Uno stage in terapia intensiva per i negazionisti

La lettera Risponde il condiretore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 1 maggio 2021 - Sarà stato il caldo, sarà l’ assurda sensazione di via libera e di passato pericolo, fatto sta che domenica, gli ostinati della mascherina, fra cui la sottoscritta, eravamo uno sparuto e ormai ridicolo gruppo. Ci siamo trovati nel mezzo  fra assembramenti con persone festanti e passeggiatori coraggiosi che la mascherina, forse, la usavano per detergere il sudore della fronte. Avanti così Lisa Unina

risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Ci sono persone che continuano a non comprendere qual è la situazione, come se fossero marziani scesi sulla terra da una astronave - bus per una settimana di vacanza. L’Italia si sta ancora vaccinando sotto la guida del generale degli alpini Francesco Figliuolo prestato alla sanità pubblica eppure c’è chi pensa che l’emergenza sia finita. E si sbaglia. Ma c’è anche chi non pensa, ed è peggio ancora. Il trapianto di cervello ancora non è possibile. Anche l’altra sera in Piazza Verdi, cuore della città, molti giovani stavano ammassati a bere aperitivi quasi tutti senza mascherina. Idem è successo lo scorso fine settimana in diverse località della Riviera romagnola e della Riviera marchigiana. Tutto sbagliato. Le protezioni servono ancora, questa storia non è finita. Ai trasgressori anzichè una multa imporrei come punizione un fine settimana in un reparto di terapia intensiva. Idem per un amico, manager ambientale, 69 anni, persona preparata, che mi dice: Vaccino? No grazie, temo che mi faccia star male. Anche per lui un stage alla terapia intensiva dell’ospedale S. Orsola di Bologna.  Probabilmente questi negazionisti metropolitani, no mask e no vax, sarebbero costretti a riflettere . Diceva Winston Churchill: «Fanatico è colui che non vuole cambiare idea e non intende cambiare argomento».

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