La giungla delle piste ciclabili

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 29 settembre 2020 - È ora di dire basta alle piste ciclabili che vengono utilizzate sì e no dal 5% dei ciclisti. Viale Lenin a Bologna è diventata un vialino per fare girare i ciclisti. Se ci fossero? Chi usa la macchina deve mettere la cintura di sicurezza, i ciclisti dovrebbero mettere il casco, il giubbetto fluorescente, rispettare il codice stradale rispettando soprattutto i semafori che, per loro, sono sempre verdi, e non andare contromano. Daniela Cinti, Bologna

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino' Beppe Boni

Le piste ciclabili in quanto tali non sono un errore. Lo diventano quando nell'impeto ecologista le li allestiscono in posti improbabili ( e in numero eccessivo) dove le misure dell'asfalto lo sconsigliano e quindi diventano pericolose. Se è vero che non tutti i ciclisti sono kamikaze che non rispettano le regole, è altrettanto vero che non tutti gli automobilisti sono personaggi che si sentono piloti di Formula uno e corrono come in pista mettendo in pericolo le bici sui normali percorsi. La lettrice non ha tutti i torti. Le piste ciclabili si facciano dove si può e intanto i ciclisti, e ora l'esercito in crescita dei monopattinatori, rispettino le regole fino in fondo. Sulla strada la legge deve essere uguale per tutti.  

beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net