Privacy, l'isola che non c'è

Risponde il condirettore del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 22 maggio 2020 - Ci si danna tanto auspicando la privacy mentre le telecamere di sorveglianza sono ormai dappertutto. Di quale privacy stiamo parlando? Non esiste più o almeno finché restiamo in questo mondo infestato dalle connessioni ormai per ogni dove: WIFI e GPS in ogni luogo, ora anche gratis in tutta Italia, per farci trovare pronti ad ogni chiamata e per farci scovare dal Grande Fratello! Ora anche gli smart orologi stanno dilagando, dopo telefonini e  smartphone,  saremo localizzati tramite l'orologio, appunto, che è più difficile da dimenticare a casa. Incredibile come la gente si faccia trascinare dalle mode e come i mass media convincano, con adeguate campagne pubblicitarie, supportate da consulenti e sociologi, e si lascino travolgere dalle tendenze pilotate in acquisti perlomeno azzardati ed improbabili pur di dimostrare di essere  alla moda: non basta più il telefonino, che può persino telefonare, ora anche l'orologio per inviare e ricevere le mail in un mondo dove apparentemente non abbiamo più tempo da perdere.

Umberto Antolini

Risponde il condirettore del Carloino, Beppe Boni

Parliamoci chiaro. La privacy è un lontano ricordo. Per svariati motivi legati alla sicurezza, ai mezzi di comunicazione, alla necessità di comunicare rapidamente, alle dinamiche professionali, abbiamo abdicato alla privacy. La tecnologia è il futuro già nel presente, ma si basa su sistemi che rendono trasparente la nostra vita. Senza ritegno. E' vero le telecamere ci spiano ovunque per motivi legati alla sicurezza, ma Google registra tutti i nostri movimenti e ogni sei mesi sfrontatamente ci invia una mail dove illustra tutti i nostri spostamenti con dovizia di particolari: orari, percorsi, chilometri fatti, luoghi frequentati. La nostra vita al setaccio, alla faccia della riservatezza. Poi magari negli organi di informazione si rischia grosso pe una foto pubblicata senza permesso. Sarà anche diritto di cronaca, ma spesso bisogna andare poi a spiegarlo dinanzi a un giudice con tutte le scocciature annesse. La tecnologia ci protegge e ci assiste. In cambio abbiamo ceduto un po' di  libertà. Più sul piano del principio che nella realtà. Ma così è. beppe.boni@ilcarlino.net

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