Referendum, quesiti incomprensibili

Il commento del Direttore Brambilla che  seguiva al flop del referendum sulla Magistratura, mi ha come sempre, trovata in pieno accordo. Le varie motivazioni che sono state abbozzate, erano tutte giuste. Ma il meglio del meglio, quello che anch'io borbottavo guardando con qualche grammo di disagio lo sguardo di chiunque mi stesse di fronte, sentendomi così stranamente inadeguata a quei quesiti, insomma, un'ignorante che non aveva il diritto di mettere una croce sul SI o sul No... semplicemente perchè non ci capiva un tubo, perchè era argomentato così... diciamolo, male!  Insomma, solo quando ho letto il pezzo del Direttore, mi sono sentita "normale". Di solito mi appassiono ai referendum, li considero spicchi di democrazia autentica.  Votai con consapevolezza sull'aborto, sul divorzio e su tutto quello su cui ci è stato richiesto/concesso di esprimere un voto che avrebbe avuto un senso. Che avrebbe deciso, cambiato, costruito qualcosa. Sulla Magistratura ne avrei di voti da dare per cambiare ... tutto!!  Ma quando ti trovi di fronte a quesiti che non ti coinvolgono più di tanto, in fondo, chi se ne frega se soggetti laici possono o no dare giudizi sul magistrato . Così ho votato, sono un tipo che sente il dovere di partecipare, ma credo che sia un bene che non si sia raggiunto il quorum. Come mi ha confortata, ed insieme urtata, che il Direttore abbia detto: "....Quesiti incomprensibili, mal posti, e questioni lontanissime anni luce dai problemi di ogni giorno..... e a nessuno viene in mente che i quesiti stampati sulle schede erano materia ostica anche per un laureato in giurisprudenza?"  

Anna Solari