Semaforo verde ai restauratori

La lettera Risponde il condirettore del Resto del Carlino Beppe Boni

Bologna, 4 maggio 2020 - Voglio portare all'attenzione questa assurdità: a seguito del primo dpcm ai restauratori di beni culturali  è stato vietato lavorare come come le ditte edili perché per errata valutazione o svista sono stati considerati lavoratori del settore intrattenimento con pubblico e quindi a rischio massimo di contagio. Ma non è reale. Noi lavoriamo in solitudine e senza presenza di nessuno. Non facciamo teatro o cinema. I cantieri di restauro e laboratori sono da sempre interdetti al pubblico. La sicurezza prima di tutto, ma ciò che si è valutato per i  cantieri edili dovrebbe valere anche per noi. cinzia­­_@libero.it

risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni Nella confusione del primo stop totale in effetti i restauratori sono stati fermati. tanti errori fatti dal governo sono da comprendere data l'emergenza, ma si poteva fare meglio. Ora si è rimediato. La "cura" del patrimonio storico infatti entra nella fase 2. Anche per l'arte da oggi possono ripartire i cantieri di restauro, purché in sicurezza per l'emergenza da Coronavirus. Sono consentite infatti  < le attività di restauro, finalizzate alla conservazione di opere d’arte quali quadri, affreschi, sculture, mosaici, arazzi, beni archeologici>. Spiega palazzo Chigi:  <Questa attività non è  riconducibile a profili ricreativi o artistici, essendo invece riconducibile alle attività del restauro di edifici storici e monumentali, dell'industria del legno, di architettura, di ingegneria, collaudo e analisi tecniche e alle altre attività professionali, scientifiche e tecniche nonché alle riparazioni di beni mobili». Via libera.

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