Sanità, liste d'attesa: un rebus

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 20 novembre 2022 - La sanità dell'Emilia Romagna è  generalmente eccellente sul piano della qualità delle prestazioni, tanto che ancora si osserva il fenomeno della migrazione sanitaria da altre regioni per farsi curare oppure per sottoporsi a interventi. Rimane il nodo delle visite specialistiche e degli interventi operatori che registrano ancora, per certi settori, tempi esageratamente lunghi. Continuamente sento dagli amministratori sanitari e della politica regionale promesse e promesse. Ma la situazione sembra non rientrare mai in un ambito accettabile. Possibile?

Roberta Mantovani

Risponde Beppe Boni

Liste d'attesa, il problemone che non trova ancora una soluzione accettabile. Queste le dichiarazioni dell'assessore alla sanità Raffaele Donini a ottobre: "Il piano di recupero delle liste d’attesa prosegue a pieno ritmo. I ricoveri chirurgici hanno raggiunto con tre mesi di anticipo l’obiettivo fissato per fine anno, l’assistenza ambulatoriale supera il traguardo previsto e l’adesione agli screening oncologici è già tornata ai livelli pre-pandemia. Le urgenze, sia in caso di interventi che di visite, sono sempre state garantite anche nei periodi più duri della pandemia". Buona parte dell'opinione pubblica però non è rassicurata da queste parole perché le proteste per attese lunghissime continuano, anche se gli sforzi per rimediare da parte delle autorità sanitarie non mancano. Il direttore sanitario dell' Ausl di Bologna, Lorenzo Roti ha ammesso in una intervista al Carlino che ci sono 12.462 pazienti in attesa di intervento, più o meno gli stessi registrati a giugno: "Effettivamente è vero i numeri sono sempre alti".  E in aggiunta afferma che mancano gli anestesisti.  Poi teniamo il numero chiuso a medicina. Rispetto agli 8617 pazienti scaduti al 31 dicenbre 2021 in lista dal primo gennaio, dice ancora Roti, oggi ne restano 1947 dei quali 105 saranno affidati alle cliniche private convenzionate. Già, ma poi restano tutti quelli in attesa nel 2022. Stando in tribuna è difficile indicare la formula magica, ma forse un ricorso maggiore alla sanità privata per recuperare e arrivare a livelli di maggiore equilibrio sarebbe auspicabile. La sensazione è che ci sia sempre una sottile vena ideologica che indirettamente frena.

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