Silvia e il rispetto dei valori

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 12 maggio 2020 - Benvenga la conclusione del rapimento di Silvia Romano, ma a che prezzo? Il finanziamento di un gruppo terroristico, che domani potrebbe diventare attivo anche da noi. A mio parere interventi umanitari in paesi alla mercè dei fondamentalisti islamici armati, andrebbe sconsigliati oppure subordinati alla pregiudiziale di non intervento governativo al presentarsi di analoghe vicende. Augusto Bertocchi

 

Risponde il condirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni Una cosa è certa: tutti i connazionali liberati da rapimenti e disavventure in Africa o Medio Oriente hanno avuto salva la vita grazie al pagamento di un riscatto. Non si troverà mai alcun documento che lo provi ma i soldi vengono di solito dai fondi a disposizione dei Servizi di sicurezza. Riscatto pagato, ostaggio liberato. Funziona così e stop. Silvia è tornata in Italia e tutti siamo contenti. Siamo meno contenti per i fatto, tutto da chiarire nella sua dinamica, che la ragazza si sia convertita all'Islam, la cui dottrina religiosa è alla base dei fanatici che in ogni modo fanno guerra all' Occidente. Anche con i rapimenti. Ci sarà stata costrizione psicologica, anche se lei nega, sarà intervenuta la sindrome di Stoccolma che crea un legame di sudditanza fra vittima e carnefice. Tutto da chiarire. Però il governo che ha guidato la liberazione aveva  almeno il dovere di pilotare meglio l'arrivo di Silvia, scesa dall'aereo vestita da musulmana come una star e pronta a dichiarare che il suo nuovo nome è Aisha.  Qualcuno forse doveva spiegarlo, con tutte le cautele per una persona così provata, anche a lei. Una sceneggiata che indispettisce tutti coloro che hanno trepidato e sperato per la giovane cooperante in questi 18 mesi di attesa. Il rispetto è un valore e la forma, a volte, è anche sostanza. beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net