Difendiamo la storia millenaria del circo

La lettera Risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 10 maggio 2021 - Ogni giorno arriva inesorabile il bollettino della pandemia: morti, infettati, imprese in difficoltà, ristori, ecc. Non ho mai visto notizia alcuna sulla situazione di zoo e circhi. Immagino che i lavoratori del settore se la passino assai male. E che ne è stato degli animali? Che ne è stato di quelle sventurate creature strappate alla loro natura etologica, per venire a morire di stenti nelle galere umane? Giuliano Anderlini

risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni Il circo di questi tempi è un mondo quasi dimenticato. Certo, il Governo ha stanziato oltre un milione per sostenere attraverso l'ente circhi le aziende circensi, la Protezione civile in molte regioni dove i circhi sono fermi e accampati da mesi e mesi si è data da fare anche per fornire assistenza alimentare agli animali. Ma i riflettori dell'opinione pubblica non sono puntati su questa realtà che pure è fatta di uomini, donne , famiglie, bambini che crescono con corredo di animali e di conti da far tornare. Come in ogni azienda. Il circo è una realtà romantica e coraggiosa che nell'era del web e di Netflix continua a voler vivere per non disperdere una storia millenaria e valori fatti di impegno senza garanzie e fantasia. Pensate come è complicato voler intraprendere la carriera di giocoliere, di trapezista, di addestratore di animali in un mondo fatto di tecnologia che permette a chiunque di noi con clic sulla tastiera di raggiungere qualsiasi meta. I circensi a modo loro sono eroi dei lavoro, cavalieri senza paura che per vivere  passano dalla strada più difficile, fatta solo di passione e tradizione.

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