Subito i ristori o la montagna fa crac

La lettera, risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 8 ottobre 2021 - Stiamo, poco alla volta, uscendo dall'emergenza, sia sanitaria, sia economica. Eppure, la politica continua ad azzuffarsi in un momento in cui serve coesione. Vedo che teatri, stadi, palazzi dello sport e in misura minore le discoteche possono riaprire con percentuali di presenza decise con cautela. Con l'inverno alle porte, speriamo che quest'anno gli impianti di sci possano funzionare appena la neve imbiancherà le piste. L'industria bianca è praticamente ferma da un anno e mezzo con danni incalcolabil, soprattutto nell'Appennino emiliano.

Giovanni Fiori, Reggio Emilia

 

La lettera, risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni Le piste di sci e gli impianti di risalita riapriranno, la decisione del governo è già stata certificata. Come per le altre attività, il Governo ha preparato una serie di regole necessarie per sciare in sicurezza, anche se questa attività si svolge all'aperto e quindi i rischi, con la maggioranza della popolazione vaccinata, sono estremamente ridotti. Poi è ovvio che per bar e rifugi varranno le norme già in essere. Ma il problema è un altro e più urgente. Le stazioni dell'Appennino emiliano rischiano il tracollo se non arrivano a breve i ristori promessi. Il nodo è il seguente. La politica, dal governo in giù fino alle regioni, ha fatto tutto ciò che doveva fare. Ma l'operatività è lenta e i soldi non arrivano. Le stazioni sciistiche dell' Appennino a corto di denaro dopo essere rimaste chiuse l'inverno passato non riescono ancora a pagare parte delle spese fisse, che comunque hanno in bilancio dallo scorso anno e hanno necessità di investimenti immediati per la manutenzione e la preparazione di impianti, piste, locali. Il Paese legale a volte è lontano dal Paese reale. Dallo Stato devono arrivare per la montagna emiliana 7 milioni di euro (Oltre 1,1 per maestri e scuole di sci e 6 milioni per imprese dei comprensori). Fondi che si aggiungono ai 2,5 milioni già stanziati dalla Regione. La burocrazia però è lenta, ora invece serve rapidità con procedure d'emergenza: bisogna aprire il borsellino subito altrimenti la montagna rischia il crac. beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net