Vaccini a domicilio, solo silenzio

Mio padre, 92enne, ha fatto richiesta per essere vaccinato a domicilio. Egli ha ancora una notevole lucidità mentale ma la deambulazione è incerta e lui ha patologie che comportano un altissimo rischio in caso di positività al virus. Dunque, attraverso il proprio medico di base, ha inoltrato richiesta alla Azienda USL. È stato contattato poco dopo telefonicamente, gli è stato anche chiesto se aveva problemi allergici. Si mette quindi in speranzosa attesa, ma i giorni passano. Nulla. Nessuna notizia sul quando possano venire, vaghe risposte, addirittura un “ci vorranno un paio di mesi (!)”. Da novembre a oggi mio padre ha fatto già due tamponi a domicilio tramite l’USCA perché ha avuto contatti con positivi, il servizio è stato veloce e impeccabile. Mi domando: le persone che hanno chiesto di vaccinarsi a domicilio sono cittadini di serie B che è meglio perdere? Perché non si possono avere notizie più precise sui tempi di attesa? Sto ancora aspettando di avere una risposta poco formale ma più concreta a tali interrogativi. Fabia Festi