Mickey e Bako, i due totem per l’area

Pensando all’Eurolega, centimetri ed esperienza. Senza dimenticare la capacità di adattarsi a più ruoli di un esterno come Lundberg

di Massimo Selleri

Per quanto si è visto nelle due gare di Supercoppa, è stato Jordan Mickey il giocatore che si è più si è distinto tra i nuovi. Il lungo statunitense proveniente dallo Zenit San Pietroburgo ha impressionato sia per le qualità tecniche sia per la capacità di prendere per mano la squadra nei momenti difficili e di condurla alla vittoria. Classe 1994, alto 203 centimetri, mescola una buona esperienza europea con un’altrettanta positiva militanza nella Nba nonostante non lo si possa ancora considerare un veterano.

Semi Ojeleye è alla prima stagione nel Vecchio Continente, dopo aver trascorso 5 anni nel mondo dei pro. Anche in questo caso stiamo parlando di un giocatore che non sembra aver avuto particolari problemi ad ambientarsi, risultando l’mvp della Supercoppa e dando effettivamente un contributo molto sostanzioso alla conquista del primo trofeo della stagione. L’ala nigeriana compirà 28 anni il prossimo dicembre e con i suoi 201 centimetri uniti alla rapidità dei piedi e alla precisione nel tiro può giocare sia come esterno, sia come secondo lungo.

L’assenza di Teodosic non ci ha fatto vedere le classiche giocate con i lunghi, in particolare con il centro belga Ismael Bako, la nuova torre della V nera. Ventisette anni da compiere il 10 ottobre, con i suoi 218 centimetri è chiamato a farsi spazio sotto canestro sia quando si tratta di difendere che quando bisogna attaccare. Complice il fatto che è arrivato in ritardo essendo impegnato agli europei, dove è stato l’unico a battere la Spagna di Scariolo con la sua nazionale, di lui non si è visto molto, ma le premesse sono tutte buone. Anche Iffe Lundberg fa parte di quei giocatori che nel marzo scorso sono fuggiti dal Cska Mosca vista la situazione internazionale. A differenza di Shengelia e di Hackett, però, prima di arrivare alla Virtus, la guardia danese ha fatto una piccola sosta nella Nba, dove ha giocato 4 gare con i Phoenix Suns. Nato a Copenhagen il 4 dicembre 1994, alto 193 centimetri, il suo ingaggio è passato un po’ sotto traccia, ma si tratta di un buon colpo di mercato del direttore generale Paolo Ronci, avendo portato a casa un giocatore che ha il talento di capire quando è in grado di prendersi una soluzione individuale e quando, invece, sia il caso di far giocare la squadra.

A questo quartetto di big bisogna aggiungere due giovani lunghi dalle belle speranze come Gora Camara e Leo Menalo, entrambi di formazione sportiva italiana pur avendo passaporto straniero. Il primo è cresciuto nel settore giovanile della Virtus e nella passata stagione, in parte travagliata per un problema fisico, ha militato nelle fila di Pesaro, il secondo è cresciuto nelle fila della Stella Azzurra di Roma, ormai una delle poche società che fa reclutamento e settore giovanile in modo capillare, ed è alla sua prima esperienza in serie A.