Scariolo, il tecnico che vede già nel futuro

Reduce dalla vittoria all’Europeo con la Spagna, il coach ha portato all’Arcoveggio un’organizzazione molto simile a quella della Nba

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di Massimo Selleri

Dalla medaglia d’oro ai recenti campionati europei alla vittoria della Supercoppa 2022, così si è sviluppato il settembre magico di Sergio Scariolo. In realtà di sovrannaturale non c’è nulla, c’è solo la forza, la competenza e l’intelligenza di un allenatore che in carriera con i club ha ottenuto uno scudetto, due coppe del Re e due titoli spagnoli e una Supercoppa, trofei a cui bisogna anche aggiungere l’anello Nba da vice allenatore. Con la nazionale ha vinto praticamente tutto, a parte l’oro olimpico, essendo il tecnico che è campione del mondo e d’Europa in carica.

Compiuti 61 anni aprile il suo è un carisma particolare, anche nelle situazioni più complicate e che farebbero arrabbiare chiunque, i toni sono sempre pacati, tipici di chi è convinto che i panni sporchi si debbano lavare in famiglia e che sia controproducente sbandierare ai quattro venti quello che non funziona.

Da buon bresciano è convinto che ci sia una sola possa fare la differenza: la qualità del lavoro. Per questo motivo fin dal primo giorno alla Virtus ha chiesto e ottenuto il supporto tecnologico per sezionare fino al più piccolo dettaglio partite e allenamenti, in modo tale da ridurre e rendere più efficace la comunicazione con i giocatori, rivoluzionando anche quelli che erano i ritmi settimanali per portarli allo stesso standard della Nba. Si entra la mattina palestra, si svolge lavoro atletico e poi tecnico e all’uscita c’è la ‘food room’, quella che nella lingua italiana si chiamerebbe la mensa, e che serve per controllare che sia corretta l’alimentazione.

In questo modo ha proiettato la Segafredo nel futuro, consentendole di non arrivare impreparata all’Eurolega. L’anno scorso, giocando due partite la settimana tra campionato ed EuroCup, questo sistema sembrava sovradimensionato, ma in questa stagione sarà necessariamente la routine con il numero di partite che si è alzato esponenzialmente. In un periodo in cui tanti si riempiono la bocca della parola programmazione, questo è un chiaro esempio di come si possa progettare il domani. Cosa ha portato e cosa porterà sul campo non è così difficile da prevedere. Tutto ruota attorno alla parola duttilità. La Virtus, già in queste prime uscite precampionato, punta ad avere in campo due giocatori che siano in grado di costruire per i compagni, in termini un po’ semplicistici si direbbe che gioca con il doppio playmaker, e ha una serie di lunghi intercambiabili che possono splittare dal ruolo di ala grande a quello di centro.

Anche le ali piccole posso essere utilizzate un po’ più vicine a canestro, e questa mescolanza di ruoli e di responsabilità rende la squadra imprevedibile. Per quanto riguarda i singoli la mano di Scariolo punta a plasmare tre giocatori che potrebbero far fare il salto di qualità alla squadra.

Per sua stessa ammissione Nico Mannion ha la possibilità di diventare uno dei migliori play d’Europa se lavorerà per superare alcuni limiti non solo tecnici, vedi la tendenza a fare tutto da solo quando si tratta di risolvere le partite, e a seguire occorre dare una maggiore affidabilità al tiro di Alessandro Pajola e di Isaia Cordinier, due esterni che con i loro fisico risultano essere decisivi quando si parla di difesa. Se il tecnico bianconero riuscirà a ottenere anche questi tre ‘update’ allora probabilmente non è così azzardato dire che la V nera potrebbe essere la vera sorpresa di questa Eurolega, sapendo che all’inizio chi non ci ha mai messo piede qualche scotto in termini di ambientamento lo pagherà.