Intuizioni, idee chiare e sicurezza Così Vaira ha conquistato tutti i tifosi

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Beata gioventù, quella di Davide Vaira. A 37 anni il direttore sportivo si è tolto la prima, grande, soddisfazione della sua fin qui breve carriera da dirigente, seppur già piuttosto densa di avvenimenti. Non lo si nasconda, più di un dubbio era lecito averlo quando il suo nome cominciava a viaggiare per le vie di Modena un anno fa, di questi tempi. Lui ha smentito tutti, ha confermato le impressioni che la famiglia Rivetti aveva intorno alla sua figura e lo ha fatto con estrema sicurezza. Sì, Davide Vaira è un uomo sicuro, un direttore sportivo che non ha quasi mai mostrato di non saper che strada intraprendere, tutt’altro. Investimenti certi, giocatori che avessero un certo feeling con la vittoria e giovani capaci di mettersi in mostra, creando così un patrimonio per il club. Si è fondato su questi concetti il progetto dell’architetto Vaira ma, come ogni progetto ambizioso che si rispetti, c’è stato spazio pure per un paio di colpi di scena non indifferenti e qualche fuoco d’artificio ci vuole sempre. Il primo, porta inevitabilmente il nome di Paulo Azzi. Tanto di cappello a lui, tanto di cappello al direttore per aver scommesso su un giocatore che mai aveva giocato così in carriera. Il secondo è Luca Tremolada. Non tanto per le qualità, indiscutibili, del giocatore. Ma per averlo "convinto" a fare un passo indietro scendendo in C, a sposare Attilio Tesser che con lui aveva vinto a Pordenone e per mettere la ciliegina sulla torta al mercato proprio sul finire dell’estate. Il lavoro del 37enne manager va elogiato perchè Modena, per tanti, è stata prima scelta e non alternativa di lusso. Perchè Modena è tornata a dire la sua in sede di mercato, è tornato ad essere credibile. Va elogiato perchè è entrato nella storia 20 anni dopo il collega che quest’anno ha provato a mettergli il bastone fra le ruote da Reggio Emilia, e anche in tal senso Vaira ha sempre mostrato sicurezza e stile, non rispondendo mai ad accuse o polemiche. Per questo, Modena è il suo piccolo capolavoro. È riuscito a concretizzare un sogno che a Siena ha saputo appena sfiorare. Ha rischiato, ha scommesso, ha vinto. Non è da tutti vincere dopo una così folta rivoluzione estiva, ci voleva grande coraggio per smantellare un gruppo che era riuscito a conquistare 70 punti l’anno precedente. Lui ha tirato dritto, convinto delle proprie idee e della filosofia che ha voluto portare a Modena. Ha confermato i tre giocatori, colonne portanti della squadra che battuto tutti i recordi ovvero Gagno, Pergreffi e Gerli. Ha puntato su Duca, ha lasciato che Rabiu crescesse e ha allargato la rete scout, questo non va dimenticato. "Prima gli uomini", ha sempre detto. In linea perfetta con Attilio Tesser con il quale il rapporto è sempre stato ottimo e anche questo si è dimostrato grandissimo punto di forza.

Alessandro Troncone