Una famiglia che si è fatta subito amare

Un anno fa Carlo Rivetti ha rilevato il Modena coinvolgendo i figli Matteo, Silvio, Camilla e la nuora Ilaria Mazzeo

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È un... affare di famiglia. Prendiamo, volentieri, in prestito il titolo di un film del 2018, poi premiato con la Palma d’oro al Festival di Cannes, per approfondire chi sono gli autori del capolavoro modenese di quest’anno. Una Palma d’oro, o addirittura un Oscar, lo meriterebbe anche la famiglia Rivetti.

Innanzitutto per aver raggiunto il sorprendente risultato della promozione al primo anno di proprietà e, solo per questo, chapeau. Ma non è l’unica bellezza portata a Modena, no. Fin da subito, a partire dalla figura di Carlo, la famiglia ha letteralmente trasportato la piazza con quella che definiremmo grandissima genuinità. Tutti si sono mostrati per quello che sono, persone vere e disponibili, attente alle esigenze dei tifosi e loro stessi tifosi di una squadra e di una città alla quale hanno mostrato riconoscenza perchè le fortune imprenditoriali di "Stone Island" hanno radici in quel di Ravarino.

Più precisamente, dal 1982, anno in cui il marchio comincia diventare un vero e proprio fenomeno di costume. Negli anni ‘90 c’è un enorme boom in Inghilterra, Eric Cantona (noto calciatore del Manchester United) si mostra ai media con abbigliamento Stone Island pur non essendone testimonial e da quel momento sport e Stone andranno sempre di pari passo. È stato così anche nella vita di Carlo Rivetti, classe 1956, laureato in Economia e Commercio alla Bocconi ma con la passione per il calcio nel dna.

Interista, il nonno materno era Marone Cinzano, presidente dei primi due scudetti del Torino alla fine degli anni ‘20. Non aveva mai investito nel calcio ("Non ne avevamo la possibilità prima", ha sempre detto), chi ben comincia è a metà dell’opera, solitamente si dice così.

Si è gettato all’avventura coi figli, Matteo, Silvio e Camilla Rivetti, gli ultimi due consiglieri del Consiglio d’Amministrazione del club assieme a Ilaria Mazzeo, moglie di Matteo la quale ricopre anche la figura di vice presidente con enormi capacità gestionali e organizzative e ha un passato nel ramo marketing di Olimpia Milano di basket. Matteo Rivetti è, invece, Amministratore Delegato e anche la sua è storia affascinante. 36 anni, anch’egli da sempre appassionato di calcio, interista come il padre, terminati gli studi vola in Argnetina per intraprendere una strada tutta sua nel mondo dello scouting nel calcio, voleva fare esperienza. Ha lavorato per un breve periodo nell’azienda di famiglia, ha aiutato il marchio a sbarcare a New York, Los Angeles, Miami e Toronto, prima di rituffarsi nel calcio grazie al Modena.

E poi ci sono Silvio e Camilla, milanisti (bel derby in famiglia) anche loro malati di calcio. Silvio ha seguito il Modena ovunque, in casa e in trasferta. Camilla siede nel CdA, ha studiato e lavorato negli States. Al fianco dei componenti dei volti noti della famiglia Rivetti, personaggio immancabile è Mattia Rivetti, nipote di Carlo. Tifoso sfegatato (non sono passate inosservate le sue euforiche esultanze ai gol del Modena), imprenditore e volto noto nel settore della moda. Da qualche tempo è legato a Melissa Satta, showgirl e volto di Sky, nonché ex calciatrice e nuova tifosa del Modena. È stata al Braglia una sola volta ma il club gli ha fatto avere la maglia canarina numero 7. Insomma, il Modena è un affare di famiglia. E famiglia è spesso sinonimo di passione, unione, condivisione. Sono questi i valori che Carlo, Matteo, Silvio, Camilla, Ilaria e Mattia hanno saputo trasmettere, dagli spalti e nelle attività quotidiante dedicate ai tifosi. Perchè ancor prima dei risultati sul campo, c’è qualcosa da riconoscere ad un territorio da dove 40 anni fa è partito il lungo viaggio dei Rivetti.

Alessandro Troncone