Al Mar Museo d’Arte della città di Ravenna

Una grande mostra, oltre 100 foto, che ripercorre la carriera del grande fotografo

Oliviero Toscani al MAR Museo di Ravenna

Oliviero Toscani al MAR Museo di Ravenna

Il Comune di Ravenna–Assessorato alla Cultura e il MAR Museo d'Arte della città di Ravenna, presentano dal 14 aprile al 30 giugno 2019 la mostra Oliviero Toscani. Più di 50 anni di magnifici fallimenti a cura di Nicolas Ballario e con l’organizzazione di Arthemisia.

Una mostra che ripercorre la carriera del grande fotografo, oltre 100 fotografie mettono in scena la potenza creativa e la carriera di Oliviero Toscani attraverso le sue immagini più note. Toscani mediante la fotografia ha fatto discutere il mondo su temi come il razzismo, la pena di morte, l’AIDS e la guerra. Tra i lavori in mostra il famoso Bacio tra prete e suora del 1992, i Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996, No-Anorexia del 2007 e decine di altri. Saranno esposti anche i lavori realizzati per il mondo della moda, che Oliviero Toscani ha contribuito a cambiare radicalmente: dalle celebri fotografie di Donna Jordan fino a quelle di Monica Bellucci, oltre ai ritratti di Mick Jagger, Lou Reed, Carmelo Bene, Federico Fellini e i più grandi protagonisti della cultura dagli anni ‘70 in poi.

La mostra vede come media partner Sky Arte e Rolling Stones.

LA MOSTRA Più di 50 anni di magnifici fallimenti è il titolo dell’esposizione al MAR che mette in mostra qualche decennio del lavoro del fotografo. Per chi conosce la storia di Toscani, sa che il fallimento rappresenta per l’artista una prospettiva, per non fermarsi mai e sfidare ogni limite. L’esposizione - che complessivamente presenta quasi 150 fotografie - gravita attorno a un corpo centrale di immagini costituito da 100 fotografie di piccolo formato che ripercorrono la carriera di Toscani. Completano e integrano il percorso espositivo due corpi di lavoro che si sviluppano lateralmente: il “Progetto Razza Umana” e il “Focus newyorchese”.

CORPO CENTRALE Il corpo centrale della mostra intende offrire una sintesi dei tanti ambiti della creatività toccati da Oliviero Toscani nella sua vita. Toscani nasce a Milano nel 1942 ed è figlio d’arte: suo padre, Fedele, è stato infatti il primo fotoreporter del Corriere della Sera. Sono proprio il padre, la sorella e il cognato Aldo Ballo (il più affermato fotografo del design milanese) a pingerlo a studiare in una grande scuola assecondando il desiderio di diventare un grande fotografo. La scuola migliore in quel momento si trova a Zurigo, la Kunstgewerbeschule, con Johannes Itten come preside - il maestro del colore della Bauhaus – e con alcuni dei più importanti grafici e fotografi del mondo come insegnanti. Qui impara la teoria del colore, la tecnica e la composizione.

Di questo periodo sono gli emozionanti scatti che un Toscani, appena ventunenne, realizza a Don Lorenzo Milani, nella sua scuola di Barbiana. Si diploma nel maggio del 1965 e finalmente può cominciare quella che si sarebbe rivelata una carriera brillante. Sono gli anni della frattura con il vecchio mondo, gli anni dei Beatles e dei Rolling Stones, della minigonna inventata da Mary Quant, sono gli anni delle contestazioni studentesche. Toscani immortala quei momenti con la sua macchina fotografica e non si lascia sfuggire gli eventi salienti che contraddistinguono la sua generazione.

È in prima linea al concerto del Velodromo Vigorelli di Milano per fotografare i Beatles in occasione della loro unica tournée italiana. Baffi alla Gengis Khan, stivaletti della beat generation e ovviamente capelli lunghi, Toscani ci mette poco ad affermarsi e a diventare uno dei fotografi più richiesti dalle riviste di tutto il mondo. Agli inizi degli anni ’70 decide di trasferirsi a New York.

Il suo primo grande scandalo è del 1973: fotografa in primissimo piano il fondoschiena di Donna Jordan con su i jeans della marca Jesus e ci piazza sopra lo slogan “Chi mi ama, mi segua”. Il manifesto fa il giro del mondo e le polemiche infuriano come mai prima era successo intorno a una pubblicità. È Pier Paolo Pasolini sulla prima pagina del Corriere ad ammonire tutti quei facili moralismi, parlando di come quell’immagine ponesse un fatto nuovo, una eccezione nel canone fisso dello slogan, rivelandone una possibilità espressiva imprevista. Il nome di Oliviero Toscani, e non solo le fotografie, è ormai noto in tutto il mondo.

Gli anni ‘70 sono quelli che lo vedono come forza creativa dietro i più grandi giornali e marchi di tutto il mondo: Vogue, Harpe’s Bazaar, GQ, Elle. E poi Missoni, Valentino, Armani, Esprit, Prenatal, Chanel e soprattutto Elio Fiorucci, il vero innovatore della moda a livello mondiale, con il quale Toscani stringe una forte collaborazione, oltre che un’amicizia indissolubile.

Nel 1982 avviene invece l’incontro che cambia il mondo della comunicazione: Toscani inizia a realizzare le campagne per Benetton, dando vita a una serie ormai radicata nell’immaginario di tutti. Toscani ribalta il senso delle fotografie di moda e con le campagne Benetton parla di razzismo, fame nel mondo, AIDS, religione, guerra, violenza, sesso, pena di morte.

Nel 2007 invece scuote violentemente il fashion system, facendo trovare pronta proprio per la settimana della moda di Milano una campagna con la fotografia di una ragazza anoressica completamente nuda, a mostrare i segni distruttivi della malattia che le case di abbigliamento invece sfruttano.

Nel 2018 torna a dirigere FABRICA, il centro di ricerca sulla comunicazione fondato insieme a Luciano Benetton quasi 30 anni prima. In mostra c’è anche il primissimo piano di un uomo di etnia africana con due occhi di colore diverso tra loro, fotografia con la quale Toscani lanciò il centro di ricerca: David Bowie fu così colpito da quell’immagine da decidere di scrivere la canzone Black Tie, White Noise.

RAZZA UMANA Dal 2007 Toscani ha dato vita al progetto “Razza Umana”, con il quale ha girato mezzo mondo ritraendo persone nelle piazze e nelle strade, mettendo in piedi uno studio itinerante

VIDEO In mostra saranno visibili anche tre testimonianze video: il documentario No-Anorexia, girato in occasione dell’uscita della campagna nel 2008; il video WART, una fortissima sequenza di immagini che racconta il nesso tra guerra e arte, tra bellezza e tragedia; uno speciale della serie “fotografi” di SkyArteHD realizzato interamente sulla figura di Oliviero Toscani.