"Emilia-Romagna tra qualità e innovazione"

Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura: "Il mercato vinicolo è ripartito. Mancano ancora i dati sulla vendemmia, ma c’è fiducia"

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di Francesco Moroni

"Il mercato vinicolo è ripartito: l’Emilia-Romagna è la terza regione italiana per produzione con 6,7 milioni di ettolitri, dopo Veneto, capofila con quasi 11 milioni di ettolitri, e Puglia (8,5). Una produzione da grandi numeri, che mette in campo una varietà figlia del nostro ecosistema, della nostra biodiversità, di consuetudini e tradizioni che, attraverso una bottiglia, sanno davvero raccontare un territorio e le sue comunità".

Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, traccia un affresco del comparto vinicolo, tra l’esperienza dei mesi passati e le prospettive per l’anno in arrivo. Con un focus: "Sulla vendemmia del 2021 non abbiamo ancora i dati definitivi, ma si sono già delineate tendenze significative".

"C’è un sostanziale calo nelle quantità di uve prodotte, che va dal piacentino fino alla Romagna, a seguito delle gelate tardive che hanno colpito la bassa collina e della siccità estiva – prosegue l’assessore –. La qualità, però, è alta. La vinificazione ha permesso di ottenere vini bianchi molto profumati, grazie anche a grappoli sani. I vini rossi sono ancora in fase di lavorazione e travaso, ma già sin da ora si denota una vendemmia caratterizzata da gradazioni importanti, colore intenso e profumi netti e decisi, che porteranno sicuramente, dopo la giusta e necessaria evoluzione, a ricordare il 2021 come un’annata d’eccellenza".

I vini dell’Emilia-Romagna stanno crescendo. Da viale Aldo Moro ne sono convinti, e insistono: "È indubbio che si stia verificando un aumento in termini di qualità, distribuzione, promozione. Abbiamo prodotti di alto valore, che esportiamo in tutto il mondo, in Europa e nei Paesi terzi, e ne finanziamo la promozione, grazie a quasi sei milioni di fondi comunitari: siamo convinti che questo sia il modo giusto per far conoscere i nostri prodotti e la loro qualità. Mettiamo a disposizione ogni anno circa un milione di euro per la promozione dei prodotti Dop e Igp e, proprio nei prossimi giorni, uscirà il bando sulla promozione del vino verso Paesi terzi".

Il vigneto emiliano-romagnolo si colloca così al quinto posto in Italia in termine di superficie vitata dopo Veneto, Sicilia, Puglia e Toscana e prima del Piemonte, mentre, se si guarda al vino prodotto, la regione guadagna il terzo posto. La superficie vitata è cresciuta negli ultimi anni grazie alle assegnazioni annuali per nuovi impianti concessi dall’Unione Europea. La coltura della vite per uva da vino è quella con il più alto fatturato in regione, dopo il latte vaccino, e incide sul fatturato complessivo per il 7,1% (nel 2019 era il 7,7%), in tendenziale crescita negli ultimi anni (nel 2008 era il 6,1%). Rispetto a metà ottobre scorso, i dati mostrano un +448 ettari di superficie vitata a livello regionale, incremento concentrato anche quest’anno a Ravenna (352 ettari), Reggio Emilia (125) e Modena (91). Continua il calo della superficie vitata anche a Piacenza (-53 ettari) e Rimini (-73). Stabile la superficie vitata a Bologna e Forlì-Cesena.

Contemporaneamente si registra un calo nel numero delle imprese viticole: -428 in un anno. Dalle 17.317 di un anno fa alle attuali 16.889. Il calo delle imprese viticole e l’aumento della superficie coltivata mostrano come negli ultimi anni sia cresciuta la superficie media a vigneto per impresa agricola, passata da 3,07 ettari a 3,17.

La ‘top ten’ dei vitigni coltivati in regione non è cambiata nell’ultimo anno, anche se l’ascesa continua dell’Ancelotta (+283 ettari) la pone di fatto al terzo posto, insieme al Lambrusco Salamino di Santa Croce. Negli ultimi sei anni la superficie ad Ancelotta è cresciuta di oltre 900 ettari. Continua la crescita del Pignoletto, stabilmente quinto vitigno, seppur in misura ridotta rispetto a qualche anno fa, nonché il gruppo dei Pinot bianco e grigio e la Malvasia bianca di Candia. Arretrano i Lambruschi e continua la discesa delle superfici a Sangiovese.

Il vino emiliano-romagnolo è in prevalenza bianco (57%) e viene rivendicato al 50% a favore di un vino a Denominazione d’origine o a Indicazione geografica e per il restante 50% a vini comuni da tavola. I vini a Denominazione d’Origine sono 21 e 30 quelli a Indicazione Geografica. Il settore ha un sostegno medio annuale di oltre 25 milioni di euro di fondi comunitari Ocm vino (Organizzazione comune di mercato per il vino).

Negli ultimi due anni sono aumentati gli investimenti in nuovi impianti di vigneto, ma anche nell’ammodernamento delle cantine e nella commercializzazione diretta: nel settore sono poi stati investiti, dal 2016 a oggi, ulteriori 5,8 milioni di euro provenienti dal Psr.