"Il vino italiano sta vivendo la sua rinascita"

Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi: "Il settore ha recuperato tempo e terreno persi. Vendite superiori a quelle del 2019"

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di Giuseppe Catapano

La tranquillità della consapevolezza. Riccardo Cotarella non fa drammi per ciò che è stato. Guarda al presente e al futuro, il presidente di Assoenologi. Con l’obiettivo di prendere quel che c’è di buono oggi e farne tesoro per gli anni a venire. Quel che c’è, al momento, è un settore – quello del vino italiano – che ha certamente patito l’impatto dell’emergenza sanitaria, ma che è ripartito. "Alla grande", dice Cotarella. Le incognite, come l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, non mancano. Ma non manca nemmeno la fiducia.

Allora Cotarella, quanto ha inciso la pandemia?

"Non c’è dubbio che ci siano state conseguenze negative. Ma dobbiamo essere onesti: il settore non è tra quelli che ha sofferto di più. Non lamentiamoci troppo".

C’è da dire che, in particolare nel periodo del primo lockdown, con i pubblici esercizi chiusi, molti operatori hanno fatto i conti con notevoli difficoltà.

"Vero. Ma la maggior parte di loro ha saputo rimboccarsi le maniche e trovare delle alternative. Penso all’e-commerce. Sono venuti a mancare degli sbocchi importanti, primi tra tutti i ristoranti, però sono anche nate nuove opportunità. Alla fine la grande distribuzione e l’e-commerce hanno sopperito, pur non del tutto, alle mancate vendite causate dalle chiusure nella ristorazione e nell’horeca in generale. Anche questo ha creato le condizioni per la ripartenza".

Veniamo a oggi.

"La prima parte del 2021 è stata ancora condizionata dalla pandemia, poi finalmente la ripresa è entrata nel vivo. Ed è tangibile: abbiamo recuperato tempo e terreno persi, i numeri sono complessivamente positivi. Stiamo superando i livelli di vendite pre-pandemia. Il vino italiano sta bene, è in salute".

E il futuro?

"Il vino accompagna l’umore delle persone. È rinascita, è sempre stato così. Mi pare di vedere che, pur in presenza di qualche comprensibile preoccupazione per la pandemia, quest’umore sia buono. Ci sono fermento e voglia di fare. E le prospettive sono positive".

Parla di umore: il suo com’è?

"Io ho fiducia. La ripresa in termini di volumi e fatturati, e anche i prezzi buoni, permettono di essere ottimisti".

Cosa bisogna fare per dare seguito alla ripresa?

"Capitalizziamo il momento attuale. La produzione nazionale è calata di circa quattro milioni di ettolitri nel 2021, ma c’è stata richiesta. La strada da seguire per continuare a crescere è quella della qualità. Dobbiamo impegnarci per migliorare ulteriormente da questo punto di vista. Il mio ottimismo nasce anche da un’altra considerazione: da parte dei giovani c’è sempre più attenzione al settore. E i giovani sono il presente e il futuro".

Non tanti anni fa si discuteva delle strategie da mettere in campo proprio per spingere i ragazzi a conoscere meglio il mondo del vino.

"Insegno all’università e noto una costante crescita del numero degli studenti che vogliono studiare la viticoltura e l’enologia. E non è una voglia di conoscenza superficiale, tutt’altro: i giovani chiedono di entrare nei meandri del mondo del vino, di conoscerlo in tutte le sue sfaccettature. Questa è la migliore garanzia che possiamo avere per il futuro".

Il settore sta bene, lei dice. Ha anche imparato a promuoversi nella maniera migliore all’estero?

"Sono stati compiuti notevoli passi in avanti da questo punto di vista. Qualità eccelsa e adeguata comunicazione devono andare di pari passo. E noi dobbiamo saper comunicare sempre meglio il sistema Italia".

Anche l’enoturismo sta vivendo una fase nuova, con la ripresa delle attività in presenza?

"C’è voglia di stare insieme. Il vino è un compagno di viaggio ideale. Contestualmente, c’è voglia di scoprire sempre di più questo mondo. Anche l’enoturismo sta vivendo un nuovo inizio, dopo mesi difficili. Sono convinto che il 2022 possa essere un anno di soddisfazioni per questo comparto".

L’Europa chiede agli agricoltori impegni precisi in termini di sostenibilità ambientale. A che punto è il vino?

"Molti produttori hanno già fatto tanto da questo punto di vista, ricorrendo alla tecnologia con chiari benefici per l’ambiente. Penso all’agricoltura di precisione. Il settore farà la sua parte".

Le istituzioni stanno dando e daranno la giusta attenzione al mondo del vino?

"Mi aspetto di sì, anche se è importante che il settore riesca a camminare con le proprie gambe".

Giuseppe Catapano