ArchiveRicambio d’aria, studiosi in sintonia: migliora il microclima dell’ambiente

Ricambio d’aria, studiosi in sintonia: migliora il microclima dell’ambiente

Il consiglio / Una buona ventilazione diminuisce il diffondersi di patogeni

Ricambio d’aria, studiosi in sintonia: migliora il microclima dell’ambiente

Ricambio d’aria, studiosi in sintonia: migliora il microclima dell’ambiente

I numerosi studi condotti negli ultimi mesi sul Coronovirus hanno evidenziato come sia importantissimo vivere e lavorare in ambienti in cui ci sia un costante ricambio d’aria. Non a caso la sanificazione (come definita dalla normativa vigente) fa esplicito riferimento al le condizioni del microclima con particolare riferimento a temperatura, umidità e ventilazione. Secondo quanto emerge dal primo Rapporto ISS Covid-19 n. 25/2020, deve essere assicurato il ricambio frequente dell’aria all’interno degli ambienti, che può essere realizzato anche attraverso l’apertura regolare e ottimizzata delle finestre e di altri accessi, escludendo quelle più vicine alle strade trafficate ed evitando di effettuare tale operazione nelle ore di punta del traffico. Si precisa che tale operazione non consente di quantificare l’efficienza del ricambio completo dell’aria che può essere comunque monitorato con l’utilizzo di sensori di CO2 . Un ricambio quantitativo può essere ottenuto anche con l’utilizzo di sistemi idonei alla purificazione/sanificazione dell’aria degli ambienti interni. L’importanza della ventilazione, come intervento per limitare la trasmissione di patogeni a livello domestico e in scuole e uffici, era già stata evidenziata in passato. In particolare uno studio cinese del 2016, aveva dimostrato che un aumento della ventilazione, ottenuto mediante apertura delle finestre o con sistemi di ventilazione e in combinazione con altre misure di monitoraggio, porta a una significativa riduzione dell’esposizione. Indicazioni sul ricambio d’aria, in relazione a differenti situazioni (ambiente domestico, ristorante, bar, ecc...), sono considerati sia nel rapporto Iss sia in documenti dell’American Society of Heating, Refrigerating and AirConditioning Engineers (ASHRAE) che riportano un intervallo di volumi di aria da cambiare ogni ora (ACH) che variano da tre a cinque. Lo studio Virus sensibile all’aumento di temperatura La capacità del Coronavirus di adattarsi a circostanze diverse e complicate è una delle chiavi della sua rapida diffusione, nonché una delle caratteristiche principali che lo rendono così pericoloso per l’uomo. Il decadimento del virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia COVID-19, tuttavia, è sensibile all’aumento della temperatura ambientale, come dimostrato per altri virus. E’ quanto ha potuto osservare un team di ricercatori del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità in uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Microbiology and Infection dell’European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases. Gli esperimenti condotti in vitro hanno dimostrato che innalzando la temperatura fino a 28°C, la temperatura massima prevista per il mese di giugno, la carica virale subisce un drastico decadimento entro le prime 24 ore dall’emissione di droplet infette, mentre per poter raggiungere gli stessi livelli di decadimento alla temperatura di 20-25°C (temperatura ambiente) sono necessari tre giorni.