Crevalcore: 401 alloggi ricostruiti Ora Comune, Teatro e Porta Modena

È stato il comune della provincia di Bologna più danneggiato dal sisma: grandi passi avanti per i privati. In corso la ’rinascita’ di alcuni beni pubblici, ma c’è il rebus dell’aumento dei costi per le imprese

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"Il tempo bloccato, come un pugno allo stomaco, lì in piazza a Crevalcore: il terremoto ha cristallizzato il terrore nell’orologio di Porta Modena. A terra la croce del campanile, sindone di una notte di paura". Iniziava così la cronaca del Carlino del 21 maggio 2012, il giorno dopo la prima scossa. Migliaia di sfollati, centinaia di edifici danneggiati, chiese inagibili, castelli sbriciolati, scuole lesionate. E Crevalcore, soprattutto durante la prima scossa, ha pagato il prezzo più alto di tutta la provincia. "Abbiamo avuti 983 alloggi inagibili, per un comune come Crevalcore è un dato importante – ragiona il sindaco Marco Martelli –. Abbiamo emesso 483 pratiche per la ricostruzione di edifici dei privati: di questi 401 sono già completati, 31 in corso di elaborazione. E’ un numero rilevante: sono stati impegnati 171 milioni di euro, 159 già erogati, il 94% del totale. Possiamo dunque dire che la ricostruzione privata è in via di conclusione".

Per Martelli un nodo ancora aperto è quello dei beni pubblici: "Abbiamo già investito 18,5 milioni di euro, rendendo agibili nei primi tre anni tutte le scuole". I cantieri aperti più grandi sono due: "Municipio e teatro. Due cantieri che stanno soffrendo la situazione attuale: come tutti sappiamo c’è stato un aumento dei costi delle materie prime, anche le imprese sono in attesa di capire come evolverà la situazione. Quando hanno partecipato al bando avevano costi molto diversi. Usciremo a breve anche con la gara della Villa dei Ronchi; poi rimane Porta Modena, entrata parte ovest del paese, che dovrà essere recuperata, oltre a interventi sulla torre campanaria e sulle frazioni, come a Palata Pepoli".

Claudio Broglia era il primo cittadino nei giorni del sisma e, da parlamentare, ha contribuito a scrivere le regole della ricostruzione: "Mi ricordo la sveglia di soprassalto alla prima scossa, la casa che scricchiola. Penso a un sisma in Umbria o Friuli... poi capisco che siamo noi l’epicentro". A quel punto Broglia si attiva per chiudere il centro, era tutto a rischio crollo. Ma nove giorni dopo il terremoto non fa sconti. E replica: "Ero alle scuole elementari a Palata Pepoli a spiegare cos’era il terremoto. A un certo punto arrivarono come tre onde che hanno solcato alberi e quant’altro. Un’altra scossa".

Il simulatore della protezione civile aveva ipotizzato fino a 4mila morti con un terremoto così devastante. E invece i morti furono 28: "Un miracolo: tanta gente ha rischiato grosso, c’era chi era seduto al bar ed è stato sfiorato da comignolo". Poi, continua Broglia, ecco l’emergenza abitativa e, a Natale, una parziale riapertura del centro: "Un risultato immenso di cui ringrazio il compianto cardinale Carlo Caffarra, la mia giunta, la maggioranza e anche la minoranza. Abbiamo tenuto unita la comunità".