
Lo studio stima in quasi 25mila euro l'intervento medio per abitazione
L’Italia è ancora molto indietro per quanto concerne la trasformazione green dell’intero comparto residenziale. Nel nostro Paese, nonostante gli incentivi statali abbiano dato una spinta importante tra il 2020 e il 2023, oltre il 50% delle abitazioni è ancora in classe energetica F o G, quindi le peggiori in termini di consumi. Questi dati emergono dallo studio “Direttiva EPBD, un’opportunità di rilancio per il Sistema Paese”, condotto da Nomisma per ROCKWOOL, azienda specializzata in soluzioni sostenibili. Mentre l’Unione Europea chiede ai Paesi membri di ridurre i consumi energetici degli edifici residenziali del 16% entro il 2030, il Belpaese si attesta a metà strada. Il risparmio tutto sommato c’è: ad oggi si attesta intorno all’8,9%, frutto soprattutto di bonus come Superbonus 110%, Ecobonus e Bonus Casa. Manca però un ulteriore 7,1% da raggiungere in soli cinque anni. Per raggiungere l’obiettivo però, servono investimenti per 83,4 miliardi di euro, finanziati da un mix di risorse pubbliche e private. L’intervento tipo, secondo le stime, avrebbe un costo medio di 24.846 euro per abitazione e migliorerebbe la classe energetica attraverso lavori completi o la sola sostituzione degli impianti. Una somma che non tutti sono disposti a spendere o che tutti hanno a disposizione. I vantaggi sarebbero significativi: una riduzione del 36% delle spese in bolletta, pari a un risparmio annuo che va da 390 euro nelle aree più calde fino a 1.241 euro in quelle più fredde. Inoltre, si eviterebbero 3,2 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 equivalenti. Per un Paese che dipende per il 75% da energia importata, l’efficientamento energetico delle case non è solo una priorità ambientale.