Confabitare contro gli accertamenti sull’imposta di soggiorno

Situazione / Confabitare ha avviato un confronto con il Comune di Bologna per chiedere chiarezza

Una panoramica dall'alto del centro di Bologna

Una panoramica dall'alto del centro di Bologna

Il Comune di Bologna ha avviato una vasta operazione di riscossione coattiva dell’imposta di soggiorno, inviando centinaia di avvisi di accertamento esecutivo a proprietari e gestori di immobili destinati a locazioni brevi, turistiche e strutture ricettive extralberghiere. Le richieste di pagamento, spesso retroattive e accompagnate da sanzioni molto pesanti, non hanno risparmiato nessuno: dai grandi operatori fino ai piccoli proprietari che affittano occasionalmente una seconda casa per integrare il reddito familiare. In numerosi casi, l’accertamento è scattato anche per la mancata presentazione di dichiarazioni “a zero”, nonostante la Risoluzione 1/2023 del MEF non ne prevedesse l’obbligo esplicito. «Ci troviamo di fronte a famiglie che non si sentono evasori, ma solo smarrite - afferma Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare -. Parliamo di persone che magari affittano una casa ereditata dai genitori, oppure che lo fanno per sostenere le spese del mutuo. Colpirli con sanzioni spropositate senza nemmeno chiarire bene le regole è ingiusto e inaccettabile». Confabitare ha avviato un confronto con il Comune di Bologna per chiedere maggiore chiarezza normativa, proporzionalità nelle sanzioni e l’annullamento degli atti esecutivi che presentano elementi di irregolarità o eccessività. «Chiediamo alle istituzioni di distinguere tra chi fa impresa e chi cerca solo di non affondare - prosegue Zanni - le regole devono essere chiare, e soprattutto devono essere applicate con buon senso. Non si può trattare chi affitta saltuariamente una stanza come un evasore incallito. I controlli sull’imposta di soggiorno devono essere mirati. Operazioni troppo estese, automatiche e generalizzate rischiano di colpire chi ha commesso un semplice errore formale, magari per mancanza di informazioni chiare, mentre i veri evasori, quelli che nascondono i guadagni e operano fuori da ogni regola, spesso sfuggono». Concentrare l’attenzione sui comportamenti realmente fraudolenti è più giusto e decisamente meno dannoso per il tessuto sociale.