Gabarello, gusto e cultura del vino "Così è nata la manifestazione"

L’ideatore della kermesse racconta l’intuizione: "Mancava un evento di questo tipo per il grande pubblico"

Gabarello, gusto e cultura del vino  "Così è nata la manifestazione"

Gabarello, gusto e cultura del vino "Così è nata la manifestazione"

A volte certe idee si coltivano per anni e alla fine, al momento giusto, prendono corpo. È successo anche con la Bologna Wine Week, pronta al suo debutto, con cui Gian Marco Gabarello ha voluto portare sotto le Torri un evento che unisse la convivialità del vino alla cultura del bere. Nato a La Spezia, Gabarello vive a Bologna praticamente da sempre. "Ho fatto qui le elementari – spiega –. Sono per metà ligure e per metà emiliano, ma sono cresciuto qui, dove la mia famiglia ha avuto un’attività imprenditoriale fino al 2005. Ho vissuto tra Roma, Tanzania e Brasile, ma Bologna chiama sempre e resta la casa perfetta. Non la si lascia facilmente: è la base ideale".

Come è venuto l’interesse per il mondo del vino?

"È un mondo che mi piace da sempre, la convivialità per me è un valore fondamentale. Ho molti amici che producono vino e ho fatto esperienze a fianco a loro in cantina. Questo è un ambiente in cui incontri produttori e agricoltori, che fanno business, ma con umiltà e spirito di attaccamento al territorio. E così è nato il gioco-follia di aprire un locale, Ebrezze".

Come mai ha pensato a una Bologna Wine Week?

"A 20 anni ho avuto, come prima attività lavorativa, una mia azienda di eventi e già immaginavo di crearne di miei in futuro. Avevo pensato questo progetto 15 anni fa, poi ho continuato a ragionarci. Amo molto Bologna, ma è un po’ carente in certi eventi e attività che chiamerei ’classiche’ delle metropoli. Volevo dare un tocco un po’ più internazionale. Un valore aggiunto per la città".

Che tipo di evento scopriranno i bolognesi?

"Abbiamo immaginato il primo grande evento di vino in città. Ce ne sono anche altri, ma più rivolti agli operatori: questo è il primo per il grande pubblico. Abbiamo previsto anche una parte di conferenze, con produttori, relatori, professionisti per un approccio anche culturale".

Tante anime, dunque.

"Sì, la Bologna Wine Week è un ibrido di vari eventi che ho visto in giro per il mondo; da quelli più improntati alla parte talk a quelli prettamente enologici. Il vino comunque resta il focus".

Ci sarà anche un coronamento musicale con dei concerti.

"Portiamo alla città un po’ di movimento. L’obiettivo è che il vino in questa settimana sia protagonista e una cultura del vino si sparga in città facendo capire che dietro il vino c’è una filiera intera".

La manifestazione si terrà nel cuore del centro.

"Piazza Minghetti è una piazza bellissima, l’ho immaginata un una zona centrale dal fascino indiscusso".

Il vino viaggerà in coppia con il cibo...

"C’è anche una food court, con quattro stand di cibo. I produttori saranno circa una trentina, in buona parte dall’Emilia-Romagna".

Come stanno i vini del nostro territorio?

"Il vino si sta sviluppando in questi anni, vogliamo che le persone conoscano questi prodotti e promuovere etichette che stanno nascendo. Perché le persone possano bere con coscienza di quello che stanno bevendo".

E a lei che vini piacciono?

"Sono un grande amante delle bolle, ma molto dipende dal piatto".

Bologna è conosciuta ovunque per il cibo. Potrà succedere anche per il vino?

"Non ancora, ma si possono fare grandi passi e il nostro obiettivo è dare risalto e stima alle etichette. La parte di cucina è così importante, che è un peccato che non sia ancora affiancata abbastanza dal vino".

Letizia Gamberini