Secondo l'Agenzia Europea per l'Ambiente, gli edifici contribuiscono a oltre il 30% delle emissioni di CO2 e rappresentano il 40% del consumo energetico totale dell'Unione Europea. L’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) è parte integrante del "Fit for 55", una serie di misure climatiche ed energetiche che mira a ridurre le emissioni di gas serra dell'UE del 55% entro il 2030. La decisione della Commissione Europea di impegnarsi per l'obiettivo di emissioni zero entro il 2050 per il settore residenziale dimostra la volontà dell'Unione Europea di affrontare il cambiamento climatico in modo da rendere l'Europa climaticamente neutra entro il 2050. Con l'Europa alla guida di questa iniziativa, la recente approvazione della Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) ha riacceso i riflettori sulle questioni legate all'efficienza energetica nel settore delle costruzioni. Nell'Unione Europea, assistiamo a una notevole diversità nella situazione degli immobili residenziali tra i 27 Paesi membri. Mentre nazioni come Danimarca, Germania, Norvegia, Svezia e Austria spiccano per l'efficienza energetica delle loro abitazioni, non possiamo fare la stessa affermazione per molti paesi del sud Europa. In Italia oltre il 50% degli edifici è stato costruito in anni in cui non erano in vigore normative sull'efficienza energetica. La recente misura europea che richiede il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici ha sollevato alcune preoccupazioni. Sarà necessario rinnovare completamente il 25-30% degli immobili residenziali, comportando costi significativi sia per i proprietari che per lo Stato, oltre a massicci interventi su larga scala. Anche Ungheria e Croazia hanno manifestato delle perplessità in merito alla nuova Direttiva. Tuttavia, l'Unione Europea ha chiarito che non sono previste sanzioni e che gli Stati avranno una notevole flessibilità nell'attuazione delle misure.
ServiziImmobili residenziali europei ed efficienza energetica: 27 Paesi, tante differenze