
Il Senato italiano
«Parlare di rigenerazione urbana significa parlare del futuro delle nostre comunità, non solo di architettura». Con queste parole il presidente di Confabitare, Alberto Zanni, ha voluto sintetizzare l’approccio dell’associazione al tema, sempre più centrale nel dibattito politico e tecnico. Secondo Zanni, la rigenerazione urbana deve assumere la forma di un processo continuo, capace di tenere insieme dimensioni fisiche e sociali. Ogni cantiere diventa così un’occasione per ricucire il tessuto urbano e per ridurre le distanze che oggi separano i quartieri centrali da quelli più fragili. «Dobbiamo ripensare le città a partire dai bisogni reali delle persone, specie nei quartieri con più bisogno di intervento. Confabitare ha più volte evidenziato l’urgenza di riformare il quadro normativo esistente. Il Testo Unico dell’Edilizia è ormai superato: serve un impianto normativo chiaro, snello e coerente, che permetta a chi vuole investire in rigenerazione di farlo senza ostacoli burocratici». Zanni chiede inoltre una legge nazionale sulla rigenerazione urbana che premi chi recupera il patrimonio esistente e con criteri di sostenibilità e impatto sociale positivo. L’obiettivo è promuovere interventi accessibili, che migliorino la qualità dell’abitare incentivando la riqualificazione e non la sostituzione forzata. «Rigenerare è restituire dignità a luoghi e persone. È costruire città dove valga la pena restare, crescere, vivere e abitare. Per farlo servono alleanze forti tra pubblico e privato e un impegno collettivo a guardare oltre l’interesse di parte».