
Rispetto alle altre città della regione E.R., la città di Bologna è competitiva in tema di tempistiche per la fase esecutiva di rilascio? «Sì, è competitiva, lo posso affermare con certezza, ad esempio Modena ha tempistiche più lunghe di circa il 30%». Può quantificare una media in termini di mesi, computandoli dal giorno previsto per il rilascio nel documento di “preavviso di rilascio di immobile” sino all’effettiva liberazione dell’appartamento con il fabbro? «Occorrono circa 4 mesi; se la data prevista per il rilascio è subito dopo l’estate, occorrerà non conteggiare il mese di agosto poiché – benchè gli ufficiali giudiziari siano operativi compatibilmente con il calendario ferie interno – la forza pubblica che coadiuva l’ufficiale giudiziario al momento della liberazione dell’appartamento, è oggettivamente in numero non sufficiente da garantire il servizio; si tende quindi a non eseguire lo sfratto durante il mese di Agosto per queste ragioni». Il coordinamento tra Ufficiale Giudiziario – Unep e pubblica autorità è celere e qualificabile come collaborativo? «Dopo un primo periodo di “test” e rodaggio post approvazione del protocollo sfratti, oggi posso affermare che la collaborazione tra gli addetti all’ufficio UNEP e gli addetti agli uffici della forza pubblica sono caratterizzati da sinergia. Se da un lato vi è meno disponibilità – quanto al numero di giornate in cui la forza pubblica c’è materialmente per partecipare agli sfratti esecutivi – dall’altro vi è grande collaborazione tra la Dott. ssa Piedimonte (responsabile tavolo sfratti della Prefettura di Bologna) e gli Uffici Unep. Posso affermare che se tutti gli attori di questa fase delicata – che è la fase di rilascio di immobile – compiono il proprio lavoro con diligenza, puntualità e attenzione, l’ingranaggio del “sistema rilasci” è perfettamente funzionante. Se uno degli attori, ad esempio l’ufficiale giudiziario assegnatario della pratica, non comunica con puntualità alla dirigenza la richiesta della forza pubblica per la data prevista per l’effettivo rilascio, l’ingranaggio si blocca. Se il legale non racconta all’ufficiale giudiziario la situazione oggettiva nel dettaglio (ad esempio la presenza di minori, di persone con particolari fragilità all’interno dell’appartamento, di cani pericolosi lasciati soli etc.) l’ufficiale giudiziario sarà costretto a chiedere un rinvio per meglio organizzare il lavoro ad esempio domandando la presenza di un medico, o l’intervento dei servizi sociali etc. Per quanto riguarda l’esecuzione degli sfratti nella provincia di Bologna, la situazione è differente, poiché si lavora con i Carabinieri e non vi è la presenza del tavolo sfratti». Quali sono i maggiori ostacoli che incontra un ufficiale giudiziario nell’esecuzione del rilascio? «Il più classico è l’intimato che si oppone al rilascio nei modi più disparati, talvolta chiedendo l’aiuto di associazioni o di sindacati, non rendendosi conto che il rinvio ottenuto in quel preciso momento gli avrà fatto “guadagnare” un mese o due, ma alla fine avrà un maggior conto da pagare al locatore (sia in termini di canoni che di spese vive e legali) ed avrà esposto a responsabilità penali chi lo aiuta a evitare il rilascio ostacolando la forza pubblica». Che cosa ne pensa del protocollo sfratti e del più recente tavolo sfratti? Sono già al massimo del loro potenziale? «Sono strumenti utilissimi e la sinergia che c’è tra Unep, Prefettura (e quindi forza pubblica) lo dimostrano. Sono strumenti migliorabili: ad esempio il referente dei servizi sociali del Comune potrebbe coordinarsi meglio con Unep in vista di una più celere burocrazia, ad oggi un po' lenta». Pensa che la riforma Cartabia abbia inciso, anche indirettamente, sulla qualità delle esecuzioni? «Quanto alle istanze ex art. 492 bis sì: è di fatto una norma inattuata ed è un peccato perché potremmo essere all’avanguardia sul tema, ma ad oggi non abbiamo ancora accesso diretto alle banche dati e si deve ricorrere ad Agenzia Entrate; auspichiamo in un imminente sblocco di questo accesso». Il commento: «La mia esperienza nel settore “sfratti e rilasci” mi trova d’accordo su tutto quello che è emerso dall’intervista con la dirigenza UNEP Bologna. Bologna, rispetto ad altre città, ha tempi di rilascio accettabili ed un iter rodato e funzionale. Quanto al “tavolo sfratti”, ammetto che inizialmente non era da me visto di buon occhio, poichè lo percepivo come un possibile ostacolo ad un celere rilascio, ovvero come l’ennesimo “adempimento in più” rispetto ai classici; con il tempo lo strumento ha invero rivelato la sua utilità ed il suo fine – tra i vari - garantista per i soggetti effettivamente fragili. Quando si lavora con Ufficiali Giudiziari precisi e solerti, il meccanismo della procedura di rilascio si svolge sempre con grande puntualità ed il locatore ritorna nel possesso del proprio appartamento in tempi decorosi e con uno sforzo economico non eccessivo. In merito alla odiosa prassi attuata da alcuni sindacati o gruppi organizzati che tentano di ostacolare i rilasci, e quindi la forza pubblica, tramite presidi di molte persone, sbandieratori, urlatori etc., posso affermare che si sono rivelati un oggettivo flop; il debitore potrà anche ricavarne uno o due mesi in più prima dell’effettivo rilascio, ma alla fine si troverà un debito ben più salato da pagare (che certamente il locatore nel tempo tenterà di recuperare) e avrà esposto tutti i partecipanti di questi presidi – fonti di condotte con rilevanza penale - a denuncia per adunata sediziosa. Un grazie alla dirigenza UNEP per il tempo concessomi per questa intervista, che ci fornisce il metro e la misura delle tempistiche di rilascio di immobile in Bologna». Avv. Annamaria Cesari