Scenari dell’economia "Tessuto produttivo che macina risultati ma con criticità"

L’analisi di Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio: "Il 2022 è stato superiore alle attese, restiamo tra le aree di punta del sistema Italia. Ma l’economia globale è fragile, esposta a molti rischi".

Scenari dell’economia  "Tessuto produttivo  che macina risultati  ma con criticità"

Scenari dell’economia "Tessuto produttivo che macina risultati ma con criticità"

L’economia è al centro della visita del Presidente della Repubblica. L’osservatorio di Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna Forlì-Cesena e Rimini, è il più titolato per tracciare un quadro della situazione romagnola.

Il 2 maggio Cesena accoglierà il presidente della Repubblica. Tra i momenti centrali della visita ci sarà il 40° anniversario di Macfrut, vetrina della filiera ortofrutticola. Al di là delle celebrazioni, in quale stato di salute si presenterà il sistema economico locale allo sguardo di Sergio Mattarella?

"I risultati del 2022, pur con qualche area di criticità, sono complessivamente in terreno positivo, con risultati superiori alle attese, per l’Italia e anche per i nostri territori, che hanno fatto rilevare buone performance, migliori, per certi aspetti, della media dell’Emilia-Romagna, regione che insieme a Lombardia e Veneto costituisce il nuovo triangolo industriale italiano che traina la crescita europea. Il 2023, anche se è previsto in rallentamento in coerenza con un’economia globale che per molti aspetti resta “fragile” ed esposta a nuovi rischi, anche di portata sistemica, lascia intravedere prospettive di crescita, secondo le ultime stime, un po’ più ottimistiche rispetto alle precedenti. Di fronte alle sfide decisamente complesse poste dal contesto, a partire da quelle legate alla transizione energetica, alla limitata disponibilità di materie prime e di forza lavoro, le nostre imprese hanno dimostrato una grande capacità di reazione, riposizionandosi efficacemente e velocemente. Questa capacità ha caratterizzato le performance della maggior parte del tessuto produttivo anche se alcuni segmenti e settori si sono dimostrati meno brillanti. In un tessuto produttivo come il nostro, caratterizzato da un mix settoriale composito, è importante però che crescita e sviluppo siano il più possibile equilibrati e diffusi e, quindi, è necessario lavorare per promuovere un ecosistema inclusivo e che punti a migliorare le infrastrutture veramente strategiche e a potenziare i fattori abilitanti per tutte le tipologie di imprese e per tutti i lavoratori rispetto alle grandi transizioni in atto. Semplificazione, innovazione e digitalizzazione, investimenti in tecnologia e approccio data driven sono le parole chiave che possono migliorare la produttività del sistema e sono alla base dell’azione strategica della Camera di commercio della Romagna insieme ad una modalità di lavoro nuova che fa dell’ascolto attivo e della partecipazione il suo punto di forza".

Tra i motivi di difficoltà del sistema produttivo forlivese e cesenate c’è senz’altro la carenza di manodopera, sia generica che specializzata. I comparti turistico e agricolo sono in particolare sofferenza. Qual è la situazione e cosa è possibile fare nelll’immediato per dare risposte alle imprese?

"Il problema non è solo dei nostri territori, ma interessa tutto il sistema produttivo italiano. Secondo le ultime previsioni del sistema informativo Excelsior, in questo secondo trimestre, in media, le imprese prevedono di avere difficoltà di reperimento dei profili desiderati in 52 casi su 100 per la provincia di Forlì-Cesena e in 48 casi su 100 per la provincia di Rimini. Nel 2022, nell’ambito dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, la percentuale di difficoltà di reperimento prevista è stata del 39,3% in provincia di Forlì-Cesena, e del 38% in quella di Rimini. In entrambe le province, per oltre i due terzi dei casi per mancanza di candidati e per un terzo per preparazione inadeguata. Per quanto riguarda il settore agricolo, la rilevazione Excelsior non ha dati specifici, ma il bollettino mensile di aprile, registra una previsione di difficoltà di reperimento di Agricoltori e operai agricoli specializzati, in provincia di Forlì-Cesena del 71%, esclusivamente per mancanza di candidati, mentre a Rimini non viene registrata. La problematica non è di facile soluzione; sicuramente servono politiche che aiutino le imprese a garantire stabilità ai dipendenti e consentire la programmazione di adeguata formazione, fondamentale anche per attirare forze lavoro. Le imprese per rimanere competitive sul mercato devono sapersi innovare e adottare nuove tecnologie, che richiedono competenze adeguate. È centrale, quindi, il tema delle competenze e le imprese devono sapere attrarre e formare i lavoratori garantendo sia adeguati compensi e sicurezza, sia offrendo la possibilità di qualificarsi. La Camera è impegnata attivamente nell’orientamento e nello sviluppo delle competenze: quotidiano il confronto con imprese e enti di formazione per ridurre il mismatch di professionalità. Bisogna però anche tenere conto dell’indice di natalità e della carenza di giovani forze di lavoro, per questo servono politiche migratorie adeguate che prevedano modalità idonee di ingresso e assunzione di lavoratori extracomunitari, in particolare per questi settori che richiedono manodopera stagionale. Già nel 2022 le due province hanno evidenziato un saldo migratorio positivo sia da altre regioni italiane sia dall’estero per quasi oltre 4.500 unità.

Il modello della piccola impresa che caratterizza il nostro territorio è ancora adeguato alle sfide del mercato?

"In realtà il nostro mix produttivo presenta imprese importanti ma anche una grande quantità di PMI: su oltre 72.000 imprese ve ne sono 4 che superano il miliardo di ricavi ed altre 4 che li raggiungeranno entro il 2024. Ve ne sono altre 41 che superano i 100 milioni di ricavi, 50 tra i 50 ed i 100 milioni, 99 tra i 25 ed i 50 milioni e 200 tra i 5 ed i 25 milioni di euro di ricavi. Mi pare che si possa interpretare come un mix equilibrato tra piccole, medie e grandi imprese. Negli anni, le PMI italiane, e anche quelle del nostro territorio, nonostante i loro limiti, hanno dato prova della loro straordinaria capacità di affrontare il cambiamento, che si trattasse dell’apertura di nuovi mercati, dell’avvento di nuove tecnologie o dell’impatto delle crisi determinate da fattori anche di carattere extra-economico. Oggi però la sfida compie, per così dire, un “salto quantico”. Da un lato le PMI sono chiamate a perseguire e affrontare con decisione l’epocale doppia transizione digitale e sostenibile; dall’altro devono saper far fronte alle criticità dovute alla somma degli impatti prodotti dalla pandemia e dall’invasione russa in Ucraina e dagli scenari politici ed economici che essa comporta. Di fronte ai cambiamenti in atto, il necessario e indispensabile rafforzamento delle PMI richiede innanzitutto una capacità di innovazione tecnologica e organizzativa ancora più forte. Per essere resilienti e anticipare le avversità, le PMI necessitano di un ambiente normativo mirato, stabile e aggiornato. E devono poter contare su strumenti di ripresa e ristrutturazione aziendale ai quali fare ricorso in situazioni temporanee di squilibrio che consentano di far emergere tempestivamente le crisi e di adottare misure per superarle con un’equilibrata composizione dei diversi interessi in gioco.

Emanuele Chesi