Seconda edizione dell’Osservatorio Affitti: Bologna al centro di un’emergenza silenziosa

Evento / Martedì 8 aprile è stata presentata la seconda edizione dell'iniziativa congiunta di Nomisma, CRIF e Confabitare

Una foto di alcuni dei partecipanti all'appuntamento svoltosi lo scorso 8 aprile

Una foto di alcuni dei partecipanti all'appuntamento svoltosi lo scorso 8 aprile

Si è svolta martedì 8 aprile, nella sede bolognese di CRIF, la presentazione della seconda edizione dell’Osservatorio Affitti, l’iniziativa congiunta condotta da Nomisma per conto di CRIF, in collaborazione con Confabitare, che si propone di monitorare le dinamiche del mercato delle locazioni in Italia. E’ emerso che circa 18.000 abitazioni a Bologna risultano inutilizzate o sotto-utilizzate, mentre la domanda di case in affitto continua a crescere, spinta anche dall’inaccessibilità del mercato della compravendita. Ne deriva un aumento costante dei canoni, +5,2% solo nell’ultimo anno, che rende sempre più difficile, soprattutto per famiglie, studenti e lavoratori, trovare un alloggio stabile e sostenibile. A bloccare il mercato non è solo la scarsità dell’offerta, ma anche la sfiducia crescente da parte dei proprietari, sempre più prudenti nel selezionare gli inquilini, che si sentono maggiormente tutelati con gli affitti brevi. L’incontro tra domanda e offerta si fa sempre più difficile, alimentando il paradosso delle migliaia di case vuote in una città da una parte e chi ha un disperato bisogno di alloggio dall’altra. A fronte di una domanda così alta, perché così tante abitazioni restano ancora fuori dal mercato? Cosa si può fare per invertire la rotta? Abbiamo rivolto queste domande a tre voci chiave dell’Osservatorio: Nomisma, CRIF e Confabitare, per costruire, attraverso le loro risposte, un’analisi a più livelli della crisi abitativa bolognese e delle possibili strade per uscirne. Perché molti proprietari scelgono di non affittare i propri immobili, e quali sono le condizioni minime che servirebbero per riportare sul mercato le migliaia di case oggi inutilizzate? Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare: «Oggi il problema non è tanto l’inquilino, ma la percezione del rischio da parte dei proprietari. Il timore che l’inquilino non paghi, che danneggi l’immobile o che non liberi l’appartamento nei tempi previsti crea un clima di incertezza che scoraggia moltissimi locatori, il risultato è che tanti preferiscono tenere le case vuote oppure orientarsi verso gli affitti brevi, percepiti come più sicuri e gestibili. Non si tratta solo di una questione economica: la rendita, molte volte, non è nemmeno il primo obiettivo per i proprietari. Il vero nodo è la mancanza di garanzie certe, sia sul piano giuridico che su quello pratico: servono strumenti normativi più efficaci, ma anche soluzioni concrete e immediate che offrano tutela a chi decide di mettere sul mercato un’abitazione. Se non si interviene su questo punto, sarà difficile sbloccare le migliaia di case oggi inutilizzate in città, e questo ha ricadute gravi non solo sul mercato, ma sulla tenuta sociale dei territori. Il problema riguarda anche chi lavora nei servizi essenziali come infermieri, operatori sanitari, poliziotti, autisti, che non trovano casa e sono costretti ad andarsene. È un paradosso inaccettabile, in una città che ha bisogno di queste figure per funzionare ogni giorno». Come può un certificato di affidabilità finanziaria contribuire a ricostruire la fiducia tra locatori e inquilini e sbloccare il mercato delle locazioni? Beatrice Rubini, Executive Director Personal Solutions & Cybersecurity Services di CRIF: «Abbiamo cercato di dare una risposta concreta a questo clima di sfiducia, partendo proprio da un’esigenza molto sentita dai proprietari: sapere a chi stanno affidando la loro casa. È da questa consapevolezza che nasce Affittabile, un certificato di affidabilità finanziaria che consente al futuro inquilino di dimostrare, in modo semplice e oggettivo, la propria capacità di sostenere un canone mensile. Non si tratta di un sistema di valutazione rigido, ma di uno strumento di trasparenza, che permette di far dialogare due mondi: quello dei locatori e quello degli inquilini, troppo spesso separati da sospetti e incomprensioni. Se un proprietario sa di avere davanti una persona affidabile, è più propenso a fare un passo avanti: accettare condizioni più flessibili, ridurre il deposito cauzionale, proporre contratti più lunghi o, in alcuni casi, decidere finalmente di affittare un immobile che teneva fermo da anni. I dati lo confermano: quasi il 90% dei locatori si dichiara favorevole a strumenti di questo tipo, e anche tra gli inquilini cresce l’interesse. In un momento così delicato, lavorare sulla fiducia reciproca è la chiave per far ripartire il mercato. Affittabile può diventare una leva concreta per allargare l’offerta abitativa, accelerare le trattative e rendere l’affitto accessibile anche a chi oggi, pur avendo un reddito, viene escluso a priori». Eleonora Carboni Ufficio Stampa Confabitare