di Giorgia De Cupertinis
"Bologna non è mai stata così al centro, tanto quanto ora, di un’attenzione nazionale. Sia per la qualità della vita, capace di offrire una grande qualità di servizi, sia perché è allo stesso tempo centro di grandi trasformazioni che, anche grazie al Pnrr, si stanno realizzando – spiega il presidente del Caab, Marco Marcatili –. Ma Bologna rimane al centro, inoltre, anche per quanto riguarda le questioni ambientali e sociali: un driver assolutamente fondamentale".
In che modo?
"Lo si vede dai fatti. A partire, sicuramente, dal grande coraggio di annunciare che la città entro il 2030 vuole raggiungere la neutralità climatica. Un obiettivo di grandissima importanza e su cui è bene riflettere e continuare a tenere i riflettori puntati. Ma non solo. Questa città, è bene ricordare, coniuga l’aspetto dell’ambiente, dell’energia all’aspetto sociale: qui non è solo importante produrre energia rinnovabile, ma è infatti importante produrla per tutti".
Il Caab come contribuisce a questi obiettivi?
"Se lo guardiamo dall’alto, il Caab è l’area a più alta generazione di energia. C’è già il più grande parco fotovoltaico d’Europa con dodici megawatt di picco. E nei prossimi anni ne attiveremo altri otto, quindi arriveremo a un potenziale di venti. Nel famoso climate city contract – lo strumento con cui la città vuole raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale – noi vorremmo dare un contributo di interesse: in aggiunta, vorremo anche creare anche un biodigestore per rendere la nostra struttura definitivamente a spreco zero e continuare, così, a produrre energia elettrica. Ma non solo: come dico sempre, non basta produrre energia ma è necessario condividerla con gli altri".
Cioè?
"Innanzitutto, con i nostri operatori di mercato, che sono molto energivori e hanno bisogno di calmierare i costi dell’energia. Poi, con le aree limitrofe, per esempio la comunità del Pilastro e la comunità delle aree Roveri. Non basta solo produrre energia ma va condivisa. Noi vorremmo aiutare Bologna a creare una delle prime comunità energetiche".
Poi, non manca l’aspetto alimentare.
"Alimentare non è solo un settore, ma un verbo. Una città che vuole essere sostenibile è una città che promuove una certa educazione alimentare nel consumo di frutta e verdura, perché altrimenti le malattie degenerative aumenteranno. Vogliamo alimentare le competenze, fare in modo che il Caab diventi un centro di conoscenza, dove imparare e formarsi".
Tutto parte dal quotidiano: quali sono le scelte consapevoli da fare a tavola?
"Ogni volta che il cittadino decide di acquistare frutta e verdura fa già una scelta, perché ci sono tanti canali a disposizione. Il Caab è una filiera ‘buona e giusta’ perché favorisce un consumo di ortofrutta maggiormente controllato dal punto di vista igienico sanitario, sicuro e che rispetta la filiera del prodotto, del commercio, del lavoro. Allo stesso tempo è importante partecipare e, per dare un forte contributo, è anche necessario puntare sulla conoscenza, coinvolgere le scuole, gli insegnanti, i ristoratori e non solo. In altre parole, tutti gli ambasciatori di questo alimentare ‘buono e giusto’".
Quanto è importante l’informazione sul tema della sostenibilità?
"È fondamentale. Così come è imprescindibile l’alleanza. È bene sottolineare che non ci sono solo città metropolitane, perché l’Italia, infatti, è allo stesso tempo piena anche di città ‘micropolitane’. Quelle più grandi dovranno certamente fare da esempio, ma sarà necessario dare spazio e partecipazione anche a quelle più piccole, territori dove si trova solo una piccola-media città che traina. È importante fare rete insieme su questi grandi temi".
Per la posizione strategica, la funzionalità delle strutture, la presenza di importanti realtà imprenditoriali, nonchè l’elevato livello qualitativo dei servizi di mercato e dei prodotti commercializzati, il Centro Agroalimentare di Bologna rappresenta uno tra i più significativi punti di riferimento nei circuiti distributivi del settore alimentare, a livello nazionale ed europeo.
All’interno del Centro Agroalimentare sono operativi, oltre agli spazi commerciali, anche piattaforme logistiche per il picking e per l’approvvigionamento della grande distribuzione, un centro servizi, magazzini e strutture di servizio.