Picasso. La sfida della ceramica

50 pezzi unici provenienti dalle collezioni del Musée National Picasso-Paris in mostra al MIC di Faenza dal 1 novembre 2019 al 13 aprile 2020 in dialogo con le fonti che lo hanno ispirato

Picasso nell'atelier di Madoura, ©Lipnitzki/Roger-Viollet ©Succession Picasso by SIAE 2019

Picasso nell'atelier di Madoura, ©Lipnitzki/Roger-Viollet ©Succession Picasso by SIAE 2019

50 pezzi unici provenienti dalle collezioni del Musée National Picasso-Paris sono in mostra al MIC di Faenza fino al 13 aprile 2020. “Picasso, La sfida della ceramica”, a cura di Salvador Haro e Harald Theil con la collaborazione di Claudia Casali, è la terza grande mostra dedicata al suo lavoro ceramico degli ultimi 60 anni.

Picasso si interessò alla ceramica grazie a Paul Gauguin nei primi anni del 1900, ma iniziò a lavorarla con continuità solo nel dopoguerra a Vallauris nel laboratorio Madoura di Georges e Suzanne Ramié. La famiglia Ramié racconta che quando Picasso nell’estate del 1947 cominciò a lavorare nel loro studio “si mise di fronte alla tecnica ceramica come un torero nell’arena”. Da allora comincia una febbrile attività creativa che lo porterà a realizzare oltre 3000 pezzi unici di ceramica.

Una selezione delle sue sculture più belle sono esposte al Museo faentino in dialogo con le fonti che lo hanno ispirato per approfondire il suo processo creativo.

Il suo avvicinamento alla ceramica non fu infatti improvvisato come testimoniano i diversi disegni preparatori e la sua fonte di ispirazione fu la ceramica antica delle grandi civiltà del Mediterraneo.  “Mettiamo in dialogo le ceramiche di Picasso con anonimi maestri della ceramica del passato – spiega Harald Theil - dall'antichità greco-romana, alla ceramica popolare, dalla ceramica preispanica a quella ispano-moresca. La mostra cerca di dimostrare come tutti questi elementi possano essere rintracciati nella ceramica di Picasso”.

Una sezione speciale è dedicata al rapporto tra Picasso e Faenza. Diversi sono i pezzi di Picasso che il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza possiede grazie al tramite di Tullio Mazzotti di Albisola, di Gio Ponti e dei coniugi Ramié i quali furono sollecitati a richiedere alcuni manufatti al Maestro per un’esposizione a Faenza e, soprattutto, per la ricostruzione delle Collezioni d’arte ceramica moderna andate distrutte nell’ingente bombardamento alleato del maggio 1944. Merito dell’allora direttore Gaetano Ballardini, nonché fondatore del Museo faentino, che contattò Picasso a Madoura con una lettera commovente e davvero toccante. Fu così che arrivò nel 1950 il primo piatto ovale raffigurante la Colomba della Pace, memento contro ogni guerra, espressamente dedicata al Museo di Faenza e al tragico destino della sua Collezione e della sua struttura.  Seguirono altri piatti nel 1951 con teste di fauno e vasi dal sapore arcaico e archeologico e il grande vaso “Le quattro stagioni” (1951), graffito e dipinto, con la raffigurazione pittorica e morfologica di quattro figure femminili, le cui forme sinuose vengono sostanziate dalla curvatura accesa del vaso.

Venerdì 13 e venerdì 20 dicembre il Museo effettua apertura straordinaria fino alle 19 e propone negli stessi giorni, alle 17.30, una visita guidata gratuita (inclusa nel prezzo del biglietto).

Il museo è aperto dal martedì al venerdì dalle 10 alle 16, sabato e domenica dalle 10 alle 17.30. Chiuso i lunedì non festivi, il 25 dicembre e il 1 gennaio.

Info e prenotazioni: 0546 697311, info@micfaenza.org