
Parola anche ad Alessandro Munarini, presidente del Csi Reggio. "La mia famiglia è montanara e da qualche anno vivo in...
Parola anche ad Alessandro Munarini, presidente del Csi Reggio. "La mia famiglia è montanara e da qualche anno vivo in appennino: qui la gente è molto attaccata ai territori, e una competizione sportiva creata all’interno di queste dinamiche non può che far scaturire passione". Non solo calcio giocato.
"Ci sono feste di paese legate a doppio filo, la gente ha ricordi che si intrecciano con queste sagre e col torneo. Dietro questi eventi c’è ancora tanto volontariato, anche con persone avanti con l’età che continuano a trasmettere le usanze ai giovani. E noi, come Csi, proprio sui giovani crediamo molto: vedi il torneo dedicato ai Giovanissimi.
Lo sport è sinonimo di valori.
"Lo dico sempre e lo ripeto: le società saranno al centro del mondo dello sport reggiano per due mesi, e hanno la grande responsabilità di promuovere i giusti valori. Ci sono troppe notizie di violenze sui campi: servono segnali importanti".
I suoi ricordi delle edizioni storiche?
"Da ragazzino trascorrevo le estati a Giandeto di Casina, dai parenti. Dai 7 ai 18 anni trascorrevo un mese d’estate all’insegna del torneo, seguivo spesso il Cervarezza perché era coinvolta la mia famiglia tra chi giocava e altre figure. Ho ricordi bellissimi, le feste dopo le partite. Ricordo la coppia Geti-Mammi: per me erano dei piccoli Maradona, e poi nel calcio amatoriale ho anche avuto l’onore di giocare con Giuliano Geti".
g. m.