La ‘prima’ nel 2024 fu più che buona: oltre 73mila presenze complessive nei tre giorni, contro le 60mila preventivate. E una Ferrari competitiva, che però si è complicò la vita con una strategia sbagliata quando le condizioni meteo peggiorarono. Il ritorno in Autodromo del Wec, che all’Enzo e Dino Ferrari sarà di casa fino al 2028, viene vissuto con una certa attesa anche da Gian Carlo Minardi, presidente di Formula Imola. "È una manifestazione che cresce anno dopo anno – osserva Minardi –. E noi vogliamo migliorare ulteriormente il buon risultato del 2024, compiendo un altro passo in un percorso che andrà avanti ancora a lungo".
Presidente Minardi, con il Mondiale Endurance la stagione del circuito entra nel vivo?
"Sì, la famiglia di Formula Imola ha lavorato alacremente, in questi mesi, per migliorare il risultato raggiunto lo scorso anno. E ci apprestiamo a fare ancora meglio. Sperando che la Ferrari ci aiuti, ripetendo nella gara di casa quello che di buono ha fatto vedere in Qatar a febbraio".
Quali le novità di questa edizione della tappa imolese del Wec?
"Sicuramente il concerto di Guè nella Fan zone, riservato ai possessori del biglietto del venerdì o dell’abbonamento. E poi è confermata la presentazione dei piloti in piazza Matteotti, che lo scorso anno fu un successo. Il format sperimentato nel 2024 piacque molto, e venne premiato dal pubblico. Devo dire che le prevendite per il fine settimana stanno andando bene, speriamo che il tempo ci aiuti. A livello di presenze, vogliamo ottenere un ulteriore incremento rispetto allo scorso anno nell’ambito di un percorso che ci porterà fino al 2028".
All’appuntamento con il Wec, l’Autodromo si presenta con tre nuovi box costruiti a tempo di record...
"Le aziende sono state puntualissime e hanno rispettato i tempi di consegna dei lavori. Quella dell’ampliamento degli spazi a disposizione dei team era la condicio sine qua non per poter ospitare il Mondiale Endurance anche in futuro. Ci sono tredici case costruttrici in questa manifestazione, una presenza di personale davvero notevole. E a proposito di celerità dei lavori, va sottolineato anche l’intervento di messa in sicurezza del muro tra il fiume Santerno del paddock".
E poi ci sono gli altri lavori di ammodernamento del circuito tra sopraelevazione dei box e costruzione della Casa degli eventi alla Tosa...
"Guai a chi si ferma. Sono progetti che devono andare avanti nel tempo, le richieste degli organizzatori di questi grandi appuntamenti sono sempre più pressanti".
Dal punto di vista della gara, cosa aspettarsi da questa ‘6 Ore di Imola’?
"È una manifestazione che sta crescendo anno dopo anno. Ci sono tanti ex piloti di Formula 1 e una grande Ferrari, ma di certo gli altri team non staranno a guardare. Lo scorso anno, se non fosse stato per quell’errore di strategia, il Cavallino a Imola avrebbe vinto. E speriamo che quest’anno possa finalmente trionfare in terra di Romagna".
Nei giorni scorsi i Comuni di Faenza a Imola l’hanno festeggiata in occasione dei 40 anni dal primo Gran premio di Formula 1 della scuderia Minardi. Com’è stato?
"Un’emozione grandissima. Un connubio tra Faenza e Imola, tra passato e presente. È stato fatto un lavoro di organizzazione fantastico e per il quale ringrazio tutti. Quel Gran premio del debutto è il ricordo più bello che ho dell’avventura nel Mondiale. Quando alle 9.30 di quel venerdì 5 aprile 1985 si accese il semaforo verde davanti a Martini pensai: ‘Sì, sono davvero in Formula 1’".
Ma cosa rimane, oggi, di quel Circus?
"Niente. C’era il telex per le comunicazioni: altro che posta elettronica, Internet e telefonini. Gli addetti stampa lavoravano su Olivetti tascabili, e scrivevano i comunicati su carta copiativa. Alla prima gara in Brasile eravamo 12 persone in pista e altre 20 a casa. Quando ho lasciato, nel 2005, eravamo già saliti a 130. Oggi in Racing Bulls lavorano 600 persone a Faenza, tra cui 250 ingegneri, e 150 sono in Inghilterra. E l’evoluzione non è ancora finita. Adesso si parla di guida autonoma, ma io sono di un altro secolo e amo ancora il rumore. Però è anche vero che, attraverso la Formula 1, si stanno facendo passi da gigante per le auto in termini di tecnologia e sicurezza".
Enrico Agnessi