
Il territorio copre Corso della Giovecca (lato dispari), Corso Ercole I d’Este (lato pari), Mura degli Angeli (foto Benini)
"Na bomba tuta tonda cm’è ‘n balon / con vamp ardènti intorn, ad dnanzz e’d dré, / la spica néta in mèz al gunfalon / bén inquartada in cros ad Sant’Andrè, tra du culor: al vérd e l’aranzzon".
Inizia così il quinto canto del poema ‘Al Palio ad Frara’ di Luigi Vincenzi, dedicato al rione di Santo Spirito. San Spìrit, in ferrarese, la cui impresa è formata dalla celebre granata svampante, simbolo della temibile artiglieria del duca Alfonso I d’Este e dei suoi grandi successi militari. Un esempio significativo è dato dalla battaglia di Ravenna del 1512, che vedeva contrapposti l’esercito pontificio e spagnolo contro quello francese e…ferrarese. Battaglia vinta grazie all’efficacia dell’artiglieria estense e al comando di Alfonso: avvenimento che portò a un vero tripudio e all’adozione, da parte della Contrada di Santo Spirito, dei colori e dello stemma con la "granata svampanta". Sulla divisa gialla e verde, campeggia il motto "Loco et tempore", ideato da Ludovico Ariosto, che a corte aveva un probabile ruolo anche come "iconografo" (molti hanno ipotizzato un suo intervento in alcuni dei più celebri dipinti della bottega dei Dossi). Loco et tempore – tradotto dall’altro poeta, Vincenzi, in "Tèmp giust e giust al pòst" – ci ricorda che le "audaci imprese" sono il risultato di interventi pensati e realizzati "a tempo e a luogo debiti". Molto si potrebbe dire della storia di questa zona di Ferrara: il rione Santo Spirito infatti occupa il quarto nord-orientale della città entro le mura. Di fatto, siamo nel cuore pulsante dell’ampliamento voluto da Ercole I d’Este e portato a compimento da Biagio Rossetti. Siamo nell’Addizione Erculea: una vera impresa urbanistico-architettonica, che ha portato a Ferrara l’appellativo di "Città del Rinascimento". Tutto questo è, sì, citato da Vincenzi, ma gran parte della sua trattazione su Santo Spirito è dedicata a un’altra impresa, quella dell’asina Lucrezia Borgia. Lucrezia vinse per ben cinque anni consecutivi il palio di San Maurelio. Morta prematuramente, non fece in tempo a correre il sesto. Come scrive il ‘Tamba’ Vincenzi, Santo Spirito era famosa "par mèrit di garit d’na gra sumara". "La t’ha vlu bén, Lucrèzzia, la tò zént / e la t’arcòrda pina ad cumuzzion! Quand at ciapavi al drit t’ieri un purtént / e vié t’andavi, con ustinazzion, / fin quand ad dnanzz a ti, nissun e gnént / an gh’iéra più". In questo modo, il poeta dà i giusti meriti anche a un animale: in fondo, la storia del Palio è fatta anche (e, per certi versi, soprattutto) dall’opera degli animali. A volte – lo sappiamo bene – anche a discapito loro. Oggi, stando alle informazioni contenute sul sito del Palio di Ferrara, il presidente di Rione Santo Spirito è Matteo Cristofori, la sede è in via Mortara 98 e il territorio copre Corso della Giovecca (lato dispari), Corso Ercole I d’Este (lato pari), Mura degli Angeli (fino a Piazzale Medaglie d’Oro). La contrada ha pronunciato la formula di iscrizione alle gare del 31 maggio. Si presenterà coi seguenti campioni: putto Michele Izzi, putta Linda Orsatti, staffiere Thomas Bresciani, asino Romario, fantino Antonio Siri, berbero Selvaggio da Clodia.
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