FRANCESCO FRANCHELLA
Sport

Sguardo sulla contrada di San Luca. Alle spalle una storia di bonifica e nel simbolo l’arginatura dei canali

I colori rosso e verde fanno da sfondo all’insegna, ossia il paraduro, che era uno steccato di legno. Il motto è "Fides Iustitia Domino Opulentissimo", a testimonianza della fede nei signori della città . .

Borgo San Luca era. una delle contrade più care a Borso d’Este, uno dei sovrani «bonificatori» della città

Borgo San Luca era. una delle contrade più care a Borso d’Este, uno dei sovrani «bonificatori» della città

La seconda contrada ad essersi presentata davanti alla Corte Ducale per pronunciare la formula di iscrizione dei campioni alle gare del 31 maggio è quella del territorio di San Luca, sobborgo al di là del Po (oggi il Po di Volano), localizzato lungo i margini dell’antica Valle Sammartina, sopravvissuta nel nome della lunga via che collega Chiesuol del Fosso a Torre Fossa. Anticamente, come scrisse anche Luigi "Tamba" Vincenzi nel suo poema sul Palio ferrarese, si diceva che fosse un territorio da evitare, dove "al furastiér al pass l’acelerava / par essrin fora prèst", il forestiero accelerava il passo per uscirne il prima possibile e dove "l’asptàva i patimént più crud". Peraltro, col rischio di essere depredati da ladroni che lasciavano il forestiero in mutande: "i ladar i scapava vié in batana / lassàndal lì, tut nud, còl cul a moj". Non traduciamo. Di fatto, la maggior parte sono dicerie, leggende consolidate nel tempo. Eppure anche la più bassa delle dicerie può nascondere un fondo di verità. In effetti, gli abitanti di quel sobborgo vivevano in condizioni malsane, a causa principalmente della palude. È in queste condizioni che l’intervento del buon governo risultò determinante: così si distinsero in opere di bonifica Lionello d’Este, Borso e Alfonso II. "Par réndar sana e respiràbil st’ària / agh vòl una bunìfica svaltìna / d’il val ad Malalbèrgh e San Martina. / I Sgnuri d’Est alóra is dà da far". E i sanluchini ripagarono i regnanti aiutandoli contro i veneziani: infatti diedero "‘na gran tunflada / ai venezzian ch’j’avéva miss sotsóra / tut al Frarés con il so nav a véla, mandandi a ca’ in bambana e in bragh ad téla!". I sanluchini: "zént con dal curagg", che andavano "sénzza paura, a l’arembagg". Ed ecco spiegata la genesi dell’impresa del paraduro, che ancora oggi contraddistingue il Borgo San Luca, non a caso una delle contrade più care a Borso d’Este, uno dei sovrani "bonificatori" della città. Il paraduro non è altro che uno steccato ligneo usato come arginatura di valli e canali, simbolo di protezione dalle acque e, a sua volta, allegoria della bonifica e di chi l’ha permessa, come dimostra il motto soprastante ‘FIDO’ (Fides Iustitia Domini Opulentissimi, Fede nella giustizia del ricchissimo signore). Davanti, allo steccato, una zucca galleggiante, a indicare il livello idrometrico. I colori della contrada – che prende il nome di San Luca dall’omonima chiesa, oggi detta del Santissimo Crocifisso – sono il rosso e il verde. Oggi, stando alle informazioni contenute nel sito del Palio di Ferrara, il presidente di Borgo San Luca è Massimo Accorsi, la sede è in via Ippodromo 31 e il territorio copre dal canale di Marrara costeggiando il Po di Volano fino alla ferrovia per Bologna; per via Bologna (entrambi i lati dal ponte di Porta Reno) fino a Montalbano, compresi gli agglomerati di Chiesuol del Fosso, San Martino, Marrara e territori limitrofi (escluso l’abitato di San Bartolomeo in Bosco). La contrada ha pronunciato la formula di iscrizione alle gare del 31 maggio. Si presenterà coi seguenti campioni: putto Nicola Scanavacca, putta Sofia Occhi, staffiere Denis Diego Del Duca, asino Zucchero, fantino Dino Pes, berbero Abracadabra.

Francesco Franchella