FRANCESCO FRANCHELLA
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Uno sguardo su Borgo San Giorgio. Al centro della divisa l’idra verde ma i colori sono il giallo e il rosso

Il suo territorio corrisponde oggi al popoloso nucleo suburbano a sud-est delle attuali mura cittadine . È qui uno dei luoghi più suggestivi di Ferrara: la basilica fuori le Mura. La sede è in via Ravenna 52 . .

La contrada di San Giorgio si è costituita in Ferrara, in Piazzale San Giorgio 25, nel lontano 1968 (foto Benini)

La contrada di San Giorgio si è costituita in Ferrara, in Piazzale San Giorgio 25, nel lontano 1968 (foto Benini)

Alla fine del nostro viaggio tra contrade, storia e tradizione, affrontiamo Borgo San Giorgio, corrispondente al popoloso nucleo suburbano a sud-est delle attuali mura cittadine. È qui uno dei luoghi più suggestivi di Ferrara: la basilica di San Giorgio fuori le Mura. Antica e prestigiosa, tanto quanto l’impresa della contrada: l’idra. Tale impresa è così descritta da Luigi ‘Tamba’ Vincenzi: "Un bèl standard "trincià" col ross e al zal / e, con sèt test sul fògh, un’idra vérda". Uno stendardo diviso in due colori: giallo e rosso. Al centro della divisa, l’impresa dell’idra verde: il leggendario serpente dalle sette teste, che dipartono da una fiamma ardente. L’impresa era assai cara a Borso d’Este, di cui il Tamba Vincenzi, calandosi nel sentimento popolare quattrocentesco, segnala l’atteggiamento contraddittorio: il duca era visto come un "Basapilét", da quando "a Roma in préssia l’éra cors / ciamà dal Papa", ma anche come bonario con la gente ("a par ch’al fuss, còi zzitadin, pr un poch ad témp tut bon, cul e camisa"), salvo poi, da un momento all’altro, cambiare atteggiamento e diventare tirannico e prepotente, facendo sbattere tutti in prigione "pensand ch’al iéra sta, fin lì, tròp bon, / al li faséva sbàtar in parson". Subito dopo, però, si pentiva: veniva preso da "‘na spèzzia ad pentimént". Così, a opinione del Vincenzi, si giustifica la scelta di Borso di farsi rappresentare da un animale "molteplice" come l’idra: una perfetta allegoria. "Mìtich animal, / ch’l’ha pr ògni tèsta un vizzi capital". Una scelta in sostanza dovuta all’esigenza di nascondere i propri vizi in bella vista. Ma non si può lasciare al male puro il campo libero: ecco spiegata anche la scelta del fuoco. Infatti, ogni volta che si taglia una testa all’idra, questa ricresce immediatamente (geniale la perifrasi di Vincenzi: "par tant ch’i la stajuzza, l’an mor mai"). L’unico modo per evitare che la testa ricresca è bruciarla: "col fogh brusandl, al vizzi l’an créss più / e, int al so post, a nass una virtù". Al posto del vizio, nasce una virtù. Ecco che l’impresa di San Giorgio – l’idra le cui teste dipartono dal fuoco ardente – non è più emblema dei sette vizi, ma del loro contraltare: le sette virtù. È chiara, qui, l’iperbole di Vincenzi, a puro scopo narrativo ed eziologico: giustificare la scelta dell’idra, per la natura molteplice del mostro. Il sito ufficiale del Palio, meno fantasioso e più storico, collega la scelta al consueto tema delle bonifiche fatte nel Polesine di San Giorgio da Borso ed Ercole I: il fuoco (i duchi) a sconfiggere con le bonifiche l’ambiente insalubre (l’idra). Oggi, stando alle informazioni contenute sul sito del Palio di Ferrara, il presidente di Borgo San Giorgio è Luca Sivieri, la sede è in via Ravenna 52 e il territorio copre Barriera di Porta Reno, Via Bologna (lato dispari) fino al Ponte di S. Paolo, circonvallazione fuori le Mura, quartieri di S. Giorgio e Quacchio, Via Pomposa (lato pari), Via Comacchio, Via Ravenna fino al limite del Comune di Ferrara, San Bartolomeo in Bosco. La contrada ha pronunciato la formula di iscrizione alle gare del 31 maggio. Si presenterà coi seguenti campioni: putto Robert Mandache, putta Francesca Campagnoli, staffiere Paolo Fabbi, asino Bruno Secondo, fantino Enrico Bruschelli, berbero Zodiaca.

Francesco Franchella